I dati diffusi dalla Covip, commissione di vigilanza sui fondipensione, evidenziano rendimenti decisamente positivi per gli strumenti di previdenza complementare italiana.
Nel periodo da inizio 2010 a fine dicembre 2019 (dieci anni), il rendimento medio annuo composto è risultato pari al 3,6 per cento per i fondi negoziali, al 3,8 per i fondi aperti e al 3,8 per i PIP di ramo III; al 2,6 per cento per le gestioni separate di ramo I.
Nello stesso periodo, la rivalutazione media annua composta del TFR è stata pari al 2 per cento.
Nella nota di Covip si legge tra l’altro che “alla fine del 2019, il numero delle posizioni in essere presso le forme pensionistiche complementari si attesta a 9,133 milioni; la crescita nell’anno è stata di 393.000 unità (4,5 per cento).
A tale numero di posizioni, che include anche quelle relative a coloro che aderiscono contemporaneamente a più forme, corrisponde un totale degli iscritti che può essere stimato in 8,310 milioni di individui”.
Le risorse complessivamente destinate alle prestazioni ammontano, alla fine di dicembre, a 184,2 miliardi di euro; il dato non tiene conto delle variazioni nell’anno 2019 dei PIP “vecchi”.