NEW YORK (WSI) – E’ tutta, o quasi, una questione genetica. Così spiegano gli scienziati il record di longevità raggiunto, la scorsa settimana, da Jiroemon Kimura, che con i suoi 115 anni e 258 giorni è, oggi, l’uomo più vecchio al mondo.
Giapponese, ex postino, fino a qualche anno fa, lettore incallito (divorava in media 2 quotidiani al giorno) e grande appassionato di sumo, Kimura è riuscito a sconfiggere tubercolosi e polmonite contratte durante la sua infanzia. Malattie insomma che a inizi Novecento facevano scendere l’aspettativa di vita in Giappone a 44 anni.
Il suo segreto? “Una rara combinazione di fattori genetici che lo hanno protetto dal cancro, malattie cardiovascolari, e altre patologie tipiche della sua età”, dicono i ricercatori che sottolineano: “In pratica, è quasi come vincere la lotteria”.
Secondo gli studiosi, i fattori genetici pesano per circa il 30% sulle probabilità di vivere fino a 80 anni. Il resto è dovuto ai comportamenti e all’ambiente in cui si vive. Il contrario avveiene dopo i 105 anni. In questo caso, è il Dna il vero responsabile della longevità.