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(WSI) – Gli analisti cominciano a ragionare sugli effetti che la nuova rimonta dell’euro potrebbe avere sulla ripresa europea. Un messaggio rassicurante in questo senso è arrivato dalla banca d’affari americana Morgan Stanley, secondo cui il super–euro potrebbe diventare un problema solo se superasse la soglia di 1,44-1,45 nei confronti del dollaro.
Solo oltre questa sogli le conseguenze di sistema si farebbero più rilevanti. Un superamento di tale livello finirebbe con il ridurre la crescita del Pil dello 0,5% entro due o tre trimestri anche se poi l’incidenza scenderebbe allo 0,25% dopo un anno e mezzo.
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Anche in uno scenario del genere, un intervento da parte della banca centrale europea a stimolo dell’economia non sarebbe auspicabile. In primo luogo, spiegano gli economisti di Morgan Stanley, perchè l’effetto degli interventi di politica monetaria impiegano molto tempo a produrre effetti mentre le variazioni sui mercati valutari sono molto più rapide. In secondo luogo perchè azionare la leva monetaria per risolvere problemi di tassi di cambio è sempre secondo gli analisti della banca d’affari un’idea sbagliata.
Un taglio del costo del denaro di 1 punto percentuale ad esempio non sarebbe sufficiente a compensare un balzo dell’euro a quota 1,45 dollari, ma dopo due anni avrebbe invece un effetto permanente sulla crescita del Pil e dell’inflazione. Se invece l’euro non dovesse raggiungere quota 1,45 sull’euro, allora il trend rialzista non dovrebbe creare eccessivi timori anche perchè appare destinato a ridimensionarsi nel corso dei prossimi mesi.
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