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«IL TORO E’ STANCO MA NON DEMORDE. E’ ORA DI BIOTECH»

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(WSI) – Ralph Acampora, probabilmente il più noto analista tecnico di Wall Street, predica prudenza. Ma non troppa. «Il Toro ormai dà qualche segno di stanchezza. Anzi, sembra decisamente invecchiato. Anche se non ha ancora esurito tutte le energie. Così, qualche tema interessante non manca. In prima fila vedo la biotecnologia, i semiconduttori e il settore energia». Insomma, per l’esperto Wall Street non è poi messa così male in salute. Da metà marzo lo S&P’s 500 è cresciuto da quota 1.138 a 1.240. Produzione e investimenti vanno a gonfie vele, mentre la Federal Reserve procede nella sua graduale ascesa dei tassi senza cambiare rotta.

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Ma le cronache di questi giorni sono piene di articoli sul rincaro del petrolio. In passato, l’aumento delle materie prime ha provocato l’aumento dell’inflazione e il ridimensionato del mercato azionario. Dobbiamo preoccuparci?

No, non ancora. Certo, quel concetto è corretto, storicamente vero. Ma proviamo ad analizzare la congiuntura dal punto di vista delle Borse, invece che dall’angolo delle commodity. L’andamento robusto delle azioni suggerisce un’economia globale in gran forma. Questo è, peraltro, confermato anche dai dati macro. Non dimentichiamo che nel 2004 il mondo è cresciuto al tasso più elevato degli ultimi 20 anni. E la galoppata continua.

Quindi è lo stato di salute dell’economia globale a spingere i prezzi delle risorse di base?

Esatto. Certo, prima o poi l’andamento dell’oro nero rischia di minare la profittabilità delle aziende. Ma credo che il giorno del giudizio sia ancora lontano. Non ci sono ragioni per anticipare i tempi, perciò propendo per uno scenario positivo.

Che cosa suggerisce a proposito dell’inflazione e dei tassi d’interesse negli Stati Uniti?

I rendimenti seguono una leggera parabola ascendente. Mi aspetto il decennale fra il 4,6% e il 5% entro il 2006. Ritengo, però, che non si tratti di una minaccia seria per le piazze finanziarie.

Quale area d’investimento considera più promettente?

Probabilmente la biotecnologia. Essa non è soggetta alle bizzarrie del petrolio o dei tassi d’interesse. È preferibile alla farmaceutica perché è un settore dove sono presenti un numero notevole di nuovi prodotti. Se guardiamo poi all’analisi tecnica, diversi titoli hanno già rotto al rialzo, con la prospettiva di guadagni ulteriori.

Che cosa conviene fare per partecipare a questa ondata?

La strategia giusta è quella di comprare sulle correzioni. Un giardinetto di società dell’indice Amex Biotechnology (simbolo: BTK) rappresenta un veicolo ideale per gli investitori.

Ci sono dei settori del listino che sta evitando perché troppo rischiosi?

Sì, le costruzioni. Credo che il continuo aumento del costo del denaro raffredderà gli animi.

Quale strategia per i petroliferi?

È improntata alla fiducia. Attualmente le compagnie petrolifere rappresentano solo il 9,5% della capitalizzazione di Borsa a Wall Street. Credo che, nel tempo, la percentuale salirà al 25% sostenuta dall’espansione dei profitti. Ci saranno delle correzioni, anche dolorose, ma conviene tenersi stretti questi titoli.

Il prezzo dell’energia salirà ancora?

L’orientamento tecnico è orientato al rialzo. Fino a poco tempo fa avevo un obiettivo a 66-67 dollari al barile. Ora l’ho ritoccato a quota 75.

Qualche altro gruppo di azioni che giudica promettente?

Bisogna tener presente che la tendenza Toro, partita nell’ottobre del 2002, ormai ha 35 mesi. Questo, intendiamoci, non significa che un’inversione sia imminente. Ma un passaggio di leadership sì. I semiconduttori hanno tutte le caratteristiche per fare bene.

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