NEW YORK (WSI) – Trecento tonnellate di oro dovevano rientrare in Germania nell’arco di 6 anni. Poi qualcosa è andato storto.
A giugno la Germania ha spiegato che il motivo per cui ha rimpatriato solo 37 delle 84 tonnellate di lingotti depositate nei forzieri della Federal Reserve e solamente 5 delle unità in possesso della Fed di New York, è che in America il suo oro non corre rischi.
“Il nostro oro è in mani sicure”, hanno spiegato le autorità tedesche. A partire da quel momento le inchieste e analisi sulla vicenda si sono interrotte.
Ai tempi della decisione della Bundesbank tedesca di rimpatriare l’oro depositato all’estero, la comunità di investitori di metalli preziosi e gli appassionati del tema hanno rivolto grande attenzione alla notizia.
A inizio 2013, la banca centrale tedesca ha annunciato che entro il 2020 avrebbe fatto rientrare 300 tonnellate di lingotti depositati in Usa.
All’origine del fallito tentativo di rimpatriare tanta quantità d’oro sembrano essere piuttosto le difficoltà diplomatiche incontrate nelle trattative. Anche perché la Bundesbank ha dimostrato di essere in grado di organizzare trasferimenti di oro su vasta scala senza inceppi. Nei primi Anni 2000, la banca ha rimpatriato 930 tonnellate che deteneva presso la Banca d’Inghilterra.
A spiegare bene le vere ragioni del ritardo ci ha provato Deutsche Bank. Berlino ha ricevuto delle pressioni perché mantenesse l’oro in Usa. Una linea diplomatica è stata aperta, risultato con ogni probabilità della Fed che ha voluto mostrare a tutti non solo chi è il padrone, ma anche quello che significherebbe per la stabilità dei prezzi una simile operazione di rimpatrio.
Viene da pensare che Fed e autorità Usa eserciteranno lo stesso genere di pressioni sulla Svizzera affinché il referendum sul ritorno dell’oro in patria non abbia successo.
Se la Germania ha fallito nel tentativo di riavere indietro appena 674 tonnellate di oro nel 2013, è sicuro che la Svizzera non troverà nulla delle 1.500 tonnellate di oro – più del doppio dell’ammontare di lingotti rimpatriati da Berlino – che chiederà di ottenere nel caso in cui i Si la spuntino sui No nel voto popolare del prossimo 30 novembre.
(DaC)