MILANO (WSI) Attacca i sindacati il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda che additta il comportamento dei rappresentanti dei lavoratori in merito alla vicenda Ilva.
“Una cosa che sta a metà tra il populismo sindacale e il sindacalismo politico. Avevamo messo in piedi un meccanismo per il quale non solo nessuno sarebbe stato licenziato ma a tutti sarebbe stato offerto un posto a tempo indeterminato e gli stessi diritti e retribuzioni del contratto precedente. I sindacati lo hanno respinto. Ora la palla passa al nuovo governo”.
I segretari generali di Fim, Fiom e Uilm hanno bocciato la proposta presentata dal ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, in merito all’affaire Ilva-ArcelorMittal, perché a loro dire non garantiva l’assenza di licenziamenti e l’assunzione di tutti i lavoratori con le stesse garanzie contrattuali. Risponde a stretto giro lo stesso titolare del dicastero dello sviluppo economico:
“Molto deluso. Abbiamo combattuto in Europa e in Italia per rilanciare la fabbrica. Lo Stato ha finanziato Ilva con 900 milioni. Abbiamo imposto standard ambientali all’avanguardia nel mondo. Ci sono 5,3 miliardi tra prezzo di vendita e investimenti. In nessun Paese al mondo un investimento in un’area depressa verrebbe “accolto” così. Dai ricorsi di Emiliano alle dichiarazioni irresponsabili dell’M5s che vorrebbero convertirla in una università per il turismo. Per fortuna abbiamo potuto contare sulla più che leale collaborazione del Governatore Toti, del Sindaco di Genova ed alla fine anche di quello di Taranto”.
E mentre arriva la notizia che il segretario generale della Cgil Susanna Camusso sarà candidata alla segreteria generale della confederazione sindacale mondiale, Calenda lancia il suo ultimo affondo ai sindacati.
“Penso che in Italia abbiamo un serio problema di populismo sindacale, già purtroppo sperimentato con Almaviva e Alitalia”.