Accordo raggiunto per l’Ilva. Dopo una lunghissima vertenza, commissariamenti e amministrazione straordinaria, si apre dunque un nuovo capitolo per il gruppo siderurgico con la nuova proprietà ArcelorMittal.
L’accordo siglato ieri sera da sindacati, azienda e commissari punta al “rilancio” degli stabilimenti e ad “una produzione ecocompatibile” che tuteli l’ambiente e la salute dei cittadini. Le trattative, iniziate ieri, sono proseguite tutta la notte al ministero per lo Sviluppo economico con la partecipazione del ministro del Lavoro, Luigi Di Maio.
Per i lavoratori si parte da 10.700 (ri)assunzioni e la garanzia di una proposta per tutti (oggi i dipendenti Ilva sono 13.522).
“Non ci saranno esuberi e non ci sarà il Jobs Act nell’azienda”, ha specificato ieri il vicepremier e ministro Luigi Di Maio, perché “i lavoratori saranno assunti con l’articolo 18”.
Arriva, inoltre, un piano di incentivi all’uscita volontaria, con 250 milioni di euro a disposizione, prevedendo un massimo di 100 mila euro lordi per chi va via subito (gennaio 2019) e un minimo di 15 mila per gli ultimi esodi (dicembre 2023).
Di Maio ha parlato di “miglior risultato possibile nelle peggiori condizioni possibili”. Mentre il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, ha sottolineato di aver “strappato ad ArcelorMittal le migliori garanzie ambientali”.
Soddisfatti dell’accordo anche i principali leader dei sindacati dei metalmeccanici che hanno condotto le trattative. Ora il testo sarà sottoposto al voto degli operai, che in teoria dovrebbero approvarlo a larga maggioranza. Soltanto dopo arriverà la firma formale dell’intesa.