Qualche settimana addietro, di rientro da Roma, presso la locale Stazione Termini ho avuto modo di raccogliere una testimonianza di vita da parte di un giovane algerino, residente in provincia di Bari da otto anni, professione pizzaiolo.
Questo signore, dopo avermi raccontato le grandi difficoltà che ha dovuto superare per giungere in Italia – via Lampedusa – con uno dei tanti sbarchi nel nostro Paese, mi ha anche aggiunto che nei loro paesi di origine hanno una visione idilliaca dell’Europa e dell’Italia in particolare, sovente così descritta dai loro stessi connazionali che, quando rientrano nei luoghi di origine – ferie, visita ai genitori etc. – in modo quasi spregiudicato, invece di raccontare la verità circa i tanti disagi sofferti, il più delle volte connesse alle difficoltà per trovare un posto di lavoro appena dignitoso, enfatizzano una situazione agiata oltre ogni immaginazione.
Gli stessi, pur presentandosi con abbigliamenti appena dignitosi, ma largamente ambiti per il contesto di vita di quei luoghi, lasciano intendere di vivere in Italia in condizioni ottimali avendo trovato l’ideale anche per la loro famiglia.
Insomma, così facendo moltiplicano in termini esponenziali le aspettative, legittime ed umane speranze di tanta gente che in questi racconti si identificano e che, aspettano e sperano di riuscire a scappare dai loro Paesi di origine, alla disperata ricerca di una condizione di vita anche solo di sopravvivenza.
La verità sull’immigrazione viene occultata e nascosta per molti anni.
Questo conoscente occasionale, mi ha pure aggiunto: “Io ho sempre detto la verità, anche ad un mio carissimo amico d’infanzia, mio coetaneo, che più volte mi ha implorato di trovargli una occasione di lavoro in Italia”.
Gli dissi in più occasioni di aspettare e che lo avrei chiamato appena possibile.
Dopo alcuni anni, il mio amico, stanco di aspettare, si è imbarcato a mia insaputa per venire in Italia: “E’ affogato nel Mediterraneo!”
Conclusioni
A questo punto faccio una riflessione a voce alta: Riusciamo a dire e diffondere la verità con tutti i mezzi di informazione possibili in questi Paesi, anche facendo vedere le “vere” condizioni di vita di tanti immigrati giunti nel nostro Paese?
Forse sarebbe anche questo un modo per contenere questo flusso migratorio apparentemente inarrestabile, al netto dei teatri di guerra ancora esistenti come la guerra civile in Siria.
Così facendo, saremo anche brutali e senza alimentare false speranze, forse li aiuteremmo a vivere.