(9Colonne) – Roma, 18 set – “Chi ha investito nel mattone può festeggiare oggi il giorno della liberazione fiscale. Il primo dell’anno in cui i ‘proventi’ del suo investimento cessano di andare nelle casse dell’erario e finiscono virtualmente nelle sue tasche. Insomma smette di pagare le tasse e inizia a guadagnare”. Lo scrive Repubblica citando una simulazione dell’ufficio studi di Confedilizia che “ha preso in considerazione un cittadino medio con un reddito di 30mila euro, proprietario di un immobile del valore di 200mila euro, con rendita catastale pari a 2.000 euro. Quindi ha fatto fare al proprietario, sempre virtualmente, tre scelte diverse: nel primo caso gli ha affittato l´immobile a 1.000 euro al mese, nel secondo caso ce lo ha lasciato a vivere, nell´ultimo, quello più gravoso dal punto di vista fiscale, ha lasciato che l´immobile rimanesse vuoto. Quindi ha calcolato il peso delle tasse per ognuno di questi proprietari virtuali, tutti però con lo stesso reddito. Sono state prese in considerazione tutte le imposte che gravano sulla casa: l´Ici (la media di quella fissata dai capoluoghi di regione), l´Irpef (l´aliquota marginale del 38 per cento che è stata applicata al reddito effettivo), le addizionali regionali e provinciali all´Irpef (l´aliquota media fissata da comuni e capoluoghi), l´imposta di registro, per finire con la tassa sui rifiuti. Ne sono usciti tre dati diversi relativi alle tre ipotesi (abitazione, affitto, casa non locata) e una volta fatta la media Confedilizia ha fissato la data della liberazione fiscale, il 18 settembre appunto”. Ma per chi ha scelto l´investimento immobiliare il fatidico giorno in cui si smette di pagare le tasse arriva in ritardo rispetto a chi ha messo altrove i propri risparmi. Più tardi anche rispetto a chi vive del proprio lavoro: “Un operaio con un reddito di 21.803 euro quest´anno s´è liberato del peso del fisco l´11 maggio, poco prima di un impiegato (reddito di 41mila euro) che ha festeggiato il 24 maggio”.
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