ROMA (WSI) – I numeri diffusi dall’Agenzia delle entrate in collaborazione con l’Abi confermano che il mercato immobiliare italiano è tornato a crescere dopo la crisi iniziata nel 2007.
Nel 2014 le compravendite hanno riguardato 421.000 unità (+3,5% su base annua), anche se sono rimaste nuovamente sotto i livelli registrati alla metà degli anni Ottanta. Nel 1985 ad esempio le compravendite avevano avuto per oggetto 430.000 unità.
Si parla dunque di “ripresina” per il 2014, grazie al nuovo regime delle imposte di registro, ipotecarie e catastali. Al netto degli effetti fiscali, le compravendite di immobili sono salite +0,7%.
Il fatturato relativo al settore delle compravendite di abitazioni è salito di circa 5 miliardi di euro, dai 67,5 del 2013 a 72,1 miliardi.
Il prezzo di una abitazione media (105,2 mq) è sceso a 146,6mila euro con una flessione del 3,5% rispetto al 2013. I prezzi del 2014 si attestano a un livello inferiore -12,8% rispetto ai massimi di fine 2008, stando a quanto risulta sempre dal Rapporto immobiliare residenziale 2015 redatto dall’Agenzia delle entrate in collaborazione con Abi.
Una forte ripresa interessa comunque le grandi città. Nel 2014 crescita compravendite Bologna +18,5%, Genova +15%, Roma +13,9%, Firenze +13,3%, Torino +5,4%, Milano +5%, Palermo +4%. Napoli eccezione, con una flessione -3,7%.
Dal rapporto emerge anche che il calo dei tassi di interesse sui mutui e la flessione dei prezzi hanno aumentato la capacità economica (affordability) delle famiglie di acquistare una casa.
Nel 2014, la quota di famiglie con un reddito disponibile sufficiente a coprire il 30% del costo annuo del mutuo è salita di 7 punti al 60%. L’indice di affordability, secondo le proiezioni mensili, ha inoltre raggiunto a marzo 2015 il valore del 10,3%, il nuovo picco storico. Infine, nei primi tre mesi di quest’anno le erogazioni di nuovi mutui sono salite del 50% rispetto al corrispondente periodo del 2014.