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IMMOBILIARE: GRANDI FERMENTI

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(WSI) –
I titoli dell’immobiliare non fermano la corsa. Nell’ultimo mese, l’indice Msci di settore ha guadagnato il 2,7% (al 4 dicembre), portando il rialzo degli ultimi tre anni sopra il 100%. Da gennaio, la crescita è stata del 21,4%.

In Italia, il comparto è stato oggetto di forti acquisti, dopo l’annuncio della possibile introduzione nella Finanziaria 2007 di un emendamento che avrà valore dal prossimo 30 giugno e permetterà di istituire le Siiq, società per gli investimenti immobiliari quotate. Secondo l’attuale proposta, le nuove realtà, simili ai Reit (Real estate investment trust) statunitensi, potranno godere di un trattamento fiscale agevolato. In particolare i proventi distribuiti sotto forma di dividendi agli azionisti dovrebbero essere assoggettati a un’imposta sostitutiva del 20%, come gli altri investimenti finanziari, mentre le Siiq non pagheranno né l’Ires né l’Irap. Inoltre, sono previste delle esenzioni per i fondi pensione e gli organismi di investimento collettivo.

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Se l’emendamento sarà approvato, le società immobiliari, 16 quelle quotate a Piazza Affari, potranno decidere, entro giugno 2007, se trasformarsi o meno in Siiq. Queste ultime dovranno svolgere prevalentemente attività di locazione immobiliare, saranno soggette a un tetto alla partecipazione detenibile da ciascun socio e avranno un vincolo di tre anni per il patrimonio conferito.

La possibilità che siano introdotti questi veicoli ha messo le ali ai titoli immobiliari, ma ha suscitato qualche disappunto, soprattutto nel mondo dei fondi chiusi specializzati nel real estate. In effetti, le nuove disposizione creano una disparità di trattamento fiscale e di trasparenza che favorisce le Siiq, rispetto ai più regolati strumenti del risparmio gestito. Inoltre, tali società sarebbero avvantaggiate dalla maggior liquidità, mentre i fondi non hanno ancora risolto il problema della quotazione a sconto rispetto al Nav (net asset value).

L’Italia non è l’unico Paese a valutare tali strumenti. In Francia, esistono le Siic, Société d’investissment immobilier cotee, mentre altre nazioni, come Germania, Regno Unito e Olanda, li hanno introdotti o stanno per farlo. Inoltre, a livello comunitario, la Commissione Ue ha recentemente pubblicato un libro bianco, nel quale è sottolineata la necessità di armonizzare i fondi immobiliari a livello europeo.

Il settore immobiliare è in fermento anche negli Stati Uniti. Poche settimane fa, il fondo di private equity Blackstone ha portato a termine la più grande acquisizione di tutti i tempi nel real estate, entrando in Equity Office per il corrispettivo di circa 20 miliardi di dollari e aggiudicandosi circa 600 immobili ad uso ufficio. Includendo il debito di Equity Office, l’operazione ha un valore di circa 36 miliardi e si inserisce in un contesto di forte attivismo nel comparto. Le fusioni sono, infatti, raddoppiate fino a sfiorare i 190 miliardi. L’ultimo tentativo è stato fatto dal miliardario Carl Icahn che, tramite American Real estate, vuole conquistare Reckson Associates Realty. Quest’ultima, però, ha votato contro l’offerta e sembra più interessata a quella di SL Green Realty.

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