NEW YORK (WSI) – Dieci anni fa Alan Greenspan ha fatto scalpore quando ha suonato l’allarme nel settore immobiliare americano, evidenziando la presenza di una “schiuma” più che di una bolla.
L’ex governatore della Federal Reserve faceva riferimento alla possibilità che i prezzi sarebbero scesi in alcune località, senza avere “effetti macroeconomici negativi” devastanti immediati, ma più un impatto negativo duraturo.
Il termine (“froth” in inglese) inventato per descrivere la situazione difficile del real estate non viene riproposto dall’ex banchiere centrale oggi, nella sua ultima intervista rilasciata, ma il concetto di fondo rimane. L’edilizia, uno dei principali motori insieme ai consumi della prima economia al mondo, è ancora in una fase di ristagno secolare, pagando le troppe speculazioni e i prezzi in certi frangenti insostenibili.
Parlando alla giornalista di CNNMoney Cristina Alesci, Greenspan ha detto che in realtà il mercato del mattone “non si è mai ripreso dalla crisi”. “Siamo in una fase di stagnazione secolare”, ha avvertito.
(DaC)