Economia

Immobiliare: i mercati più a rischio bolla. Draghi ripete disastro Greenspan

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Il rischio che sul mercato immobiliare globale si stiano formando bolle speculative è in rialzo. E’ quanto risulta da un report diffuso dalla banca UBS. Dall’analisi, emerge che i prezzi delle case che oscillano nell’area a rischio bolla sono aumentati di quasi +50% dal 2011.

In poche parole: diversi mercati immobiliari versano in una condizione di surriscaldamento e per questo sono sopravvalutati.

Il trend del Global Real Estate Bubble Index – appunto l’indice che monitora la presenza di bolle nel mercato immobiliare a livello globale – si basa sull’analisi di città selezionate in tutto il mondo, e calcola il rischio bolla di ciascuna di esse.

Dallo studio emerge che la città più a rischio bolla è Vancouver, dal momento che “i prezzi delle case appaiono decisamente sproporzionati rispetto ai fondamentali dell’economia (del Canada)”.

Ma Vancouver non è l’unica. Ci sono anche Londra e Stoccolma.

Il rapporto poi precisa che, a eccezione di Milano, il contesto di bassi tassi di interesse dell’ Eurozona ha spinto tutte le città europee in territorio a rischio bolla

“La fase di bassi tassi di interesse nei paesi motori di crescita dell’Europa ha contribuito a surriscaldare i mercati di proprietà residenziali urbane, nel corso degli ultimi anni. Il risultato è che i prezzi delle case a Londra, Stoccolma, Monaco e Zurigo hanno tutti testato nuovi livelli record una volta effettuati gli aggiustamenti che tengono conto dell’ inflazione. A Parigi e Ginevra, inbece, il rischio bolla è sceso.

In generale, il trend dei prezzi secondo Dean Turner, economista presso UBS Wealth Management, è stato sostenuto sì dall’ottimismo e dai flussi di capitali in entrata, ma le banche centrali hanno giocato un ruolo significativo.

Considerata la situazione in cui versa l’Europa, almeno per i paesi che fanno parte dell’Eurozona, bisognerebbe dunque “ringraziare” la Bce di Mario Draghi. Tanto che viene da porsi una domanda: Draghi finirà con il confermarsi l’Alan Greenspan europeo, rendendosi responsabile di una maxi bolla immobiliare?

Vale la pena precisare comunque che, almeno fino a questo momento, le città più a rischio bolla in Europa, come Londra e Stoccolma, sicuramente non rientrano nel raggio di azione della Bce.

Non ci sarebbe un rischio bolla a New York, città che il rapporto considera “valutata in modo giusto”, e dove i prezzi reali delle case viaggiano a un valore inferiore di quasi -25% rispetto a quelli di 10 anni fa. Detto questo, gli affitti di New York sono saliti di oltre il 50% in termini reali rispetto al 2006, a livelli record su base mondiale.

Per chi cerca di risparmiare, secondo l’analisi di Ubs la scelta dovrebbe essere Chicago, dal momento che qui la crescita dei prezzi è stata superata in media dalle principali città americane, tanto che il suo mercato immobiliare viene considerato sottovalutato.