ROMA (WSI) – Il premier Matteo Renzi gongola guardando allo spread Italia, ricordando che il differenziale non è stato mai così basso dal 2011. Ma i fondamentali economici del paese continuano a essere fragili, e la ripresa incerta.
Dubbi persistenti soprattutto sul futuro del mercato immobiliare. L’ennesimo allarme viene lanciato dall’Istat, che in un rapporto reso noto nella giornata di oggi rende conto che nel 2013 i prezzi delle case sono scesi -5,6% su base annua, dunque rispetto al 2012, anno in un cui la flessione era stata pari a -2,8%. Di fatto, il calo è raddoppiato a fronte, sottolinea l’istituto di un ribasso -9,2% delle compravendite.
I dati arrivano pochi giorni dopo l’analisi di Mps, che ha affermato che il numero delle abitazioni compravendute in Italia si è dimezzato dal 2007. La banca senese ha invocato un intervento del governo. Nello studio si legge infatti che “è fortemente necessaria un’azione di governo mirata a superare l’incompatibilità tra una disponibilità di fondi strutturali europei ed il loro mancato utilizzo per rispettare i vincoli di finanza previsti dai patti di Stabilità interni di regioni ed enti locali, oltre ad un’adeguata spending review, in grado di liberare risorse aggiuntive”.
Tornando ai dati dell’Istat, risulta che nel quarto trimestre del 2013 l’indice che misura i prezzi delle abitazioni acquistate dalle famiglie, sia per fini abitativi sia a titolo di investimento, è diminuito dell’1,3% rispetto al trimestre precedente e del 4,8% nei confronti dello stesso periodo del 2012.
Questo dato “conferma una tendenza al calo congiunturale e tendenziale dei prezzi delle abitazioni in atto ormai da due anni”.
“Mentre il calo congiunturale è la sintesi di andamenti simili registrati dai prezzi delle abitazioni nuove (-1,1%) e di quelle esistenti (-1,3%), la flessione tendenziale è il risultato da una parte dell’ampliamento della diminuzione dei prezzi delle abitazioni nuove (-3,5% da -2,5% del terzo trimestre), dall’altra dal rallentamento della flessione dei prezzi di quelle esistenti (-5,3% da -7,2%)”.
Di conseguenza, il calo tendenziale è più contenuto di quello registrato nel trimestre precedente (-4,8% da -5,6%).