Cresce l’interesse in Italia nei confronti della nuda proprietà. Lo dimostrano i dati 2016 diffusi dall’Ufficio Studi del Gruppo Tecnocasa, da cui emerge che la maggior parte dei venditori (85,2%) lo fa per reperire liquidità e quindi per mantenere un certo tenore di vita, oppure per far fronte ad esigenze legate all’avanzare dell’età e a volte per sostenere i figli nell’acquisto della casa. Solo nel 12,3% dei casi la ragione è quella migliorare la propria qualità abitativa.
Dall’altra parte, il 79,0% degli acquisti di questo tipo è invece finalizzato all’investimento a lungo termine mentre solo il 21% riguarda l’abitazione principale. Gli acquirenti hanno un’età compresa tra 35 e 54 anni nel 64,2% dei casi, mentre i proprietari hanno un’età superiore a 64 anni nel 77,5% dei casi.
Emerge inoltre che le tipologie maggiormente scambiate con la formula della nuda proprietà sono i trilocali con il 30,7% delle preferenze a parimerito con i quattro locali, anch’essi scelti dal 30,7% degli acquirenti.
Parlando diinvestimenti immobiliari, oggi il peso medio della quota di asset immobiliari nei portafogli delle famiglie italiane rientra tra il 40% ed il 60%, un valore che è rimasto piuttosto stabile nel tempo.
E’ quanto emerge da un’indagine condotta congiuntamente da PwC, Professione Finanza e MutuiOnline che mette inoltre in evidenza che il mattone rimane infatti ben presente nei portafogli di investimento, confermato dal dato del 50% dei risparmiatori che detiene almeno una proprietà immobiliare, con una particolare preferenza accordata alla prima casa”.
Tuttavia, negli ultimi tempi il sentiment degli italiani nei confronti del mattone è cambiato in negativo: in un contesto di rendimenti finanziari in calo e tassi zero, in cui la crisi finanziaria ha influenzato anche l’economia reale, il 60% dei risparmiatori italiani mostra scetticismo verso l’investimento immobiliare.