NEW YORK (WSI) – Il mercato immobiliare australiano, in crisi da tempo, sarebbe sempre più vicino al crollo, con il crac che viene indicato da alcuni esperti a distanza temporale di sei settimane; è per lo meno quanto sostiene l’International Strategic Studies Association, un think-tank basato a Washington e focalizzato su tematiche legate alla difesa.
In un articolo intitolato ‘Australia Risks Strategic Setback From a Significant Foreign Direct Investment Drop Due to Changes in Bank Policies’ l’istituto teme che gli investimenti esteri diretti in entrata (Ide o Fdi) sugli immobili potranno subire una battuta d’arresto a causa delle nuove politiche bancarie, che da luglio stanno restringendo o ritirando i finanziamenti verso acquirenti stranieri di immobili.
Secondo l’articolo queste “politiche, al momento adottate da tutte le maggiori banche australiane, sono state pensate per anticipare un rallentamento economico internazionale e domestico, ma, di fatto, innescano o esacerbano tale eventualità”.
Secondo il think-tank, che nella sua newsletter si propone di offrire “intelligence strategica ad esclusivo uso dei governi”, questa tendenza nel mercato immobiliare “impatterà profondamente” le spese che il governo ha pianificato nel settore della difesa e civile, a partire dall’acquisto di sottomarini previsto per la Marina militare australiana, del valore di 50 miliardi di dollari Usa.
Perché le banche australiane stanno operando in questa maniera che potrebbe rivelarsi rischiosa per l’economia nazionale? “Credono chiaramente”, scrive l’Istituto, “che il settore immobiliare australiano sia prossimo al declino, perciò stanno cercando di evitare questo rischio. Hanno imparato dal collasso americano che acquisire real estate come collaterale è uno scenario perdente laddove il volume è grande e il mercato è lento”. E la nota conclusiva del discorso: “Nel fare così”, le banche “gettano il mercato nel collasso, pur essendone meno esposte”.
Altri analisti, commentando l’articolo dell’International Strategic Studies Association, non ne condividono né il sensazionalismo né la sostanza. Ad esempio Cameron Kusher responsabile per la Ricerca in Australia press CoreLogic, ha definito l’articolo “niente più che un titolo sensazionale”, aggiungendo che sarà improbabile che una discesa nei prestiti agli investitori stranieri possa divenire un problema.