ROMA (WSI) – Riparte il mercato dei mutui in Italia. Nei primi tre mesi, secondo il rapporto mensile dell’Abi, le nuove erogazioni (riferite a un campione di 88 banche) hanno registrato un incremento superiore al 20% rispetto allo stesso periodo del 2013.
Il calo dei prezzi, specie al Sud, ha inoltre reso più accessibile l’acquisto per le famiglie. Indicazioni in questa direzione si possono cogliere anche dall’indice, elaborato dall’Ufficio Studi ABI che sintetizza l’analisi dei vari fattori che influenzano la possibilità per le famiglie di comprare casa indebitandosi e che ne descrive l’andamento.
Secondo tali elaborazioni, l’indice di accessibilità nel 2013 registra un significativo miglioramento che lo riporta in linea con i valori pre-crisi superando le difficoltà registrate in seguito alla crisi dei debiti sovrani.
L’andamento del 2013 è principalmente dovuto ad una diminuzione del prezzo delle case sia in valore assoluto che relativamente alla dinamica del reddito disponibile; il costo dei mutui non ha contrastato tale trend positivo.
Il miglioramento delle condizioni di accesso all’acquisto di una abitazione ha riguardato non solo il totale, ma anche segmenti di famiglie che presentano particolari fragilità rispetto al tema dell’acquisto di una abitazione: quelle delle famiglie di giovani e quelle che abitano nei grandi centri urbani.
La quota di famiglie che dispone di un reddito sufficiente a coprire almeno il 30% del costo annuo del mutuo per l’acquisto di una casa è, infatti, di poco superiore al 50%, valore in buon recupero rispetto a 5 anni prima, ma ancora inferiore ai valori di inizio 2004. Delle 19 regioni considerate, 3 presentano condizioni di non accessibilità (Lazio, Toscana e Liguria), a causa di fattori peculiari quali la presenza di grossi agglomerati urbani, una notevole attrattività turistica e un patrimonio residenziale di particolare pregio, elementi che esercitano tutti una considerevole pressione sulle quotazioni delle case.
Generalmente le regioni meridionali presentano una più alta facilità di accesso all’acquisto di abitazioni, grazie ad un prezzo relativo delle case migliore che nel resto d’Italia.
Cedono i crediti e si riducono le sofferenze nette
Le banche vanno avanti nella cessione dei crediti e le sofferenze nette registrano a marzo un calo rispetto al mese precedente da 78,2 a 75,7 miliardi di euro. E’ quanto emerge dal rapporto mensile dell’Abi secondo cui le sofferenze lorde sono salite a 164,6 miliardi. Il rapporto sofferenze lorde su impieghi è dell’8,6%, toccando così i livelli del novembre 1998. “Ci sono dei primi segnali positivi – segnalano dall’Abi – ma è presto per dire quando si avrà una inversione di tendenza marcata”. (Rainews)