Economia

Imprese italiane: le più tassate d’Europa, ogni anno versano 101 miliardi al fisco

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Le imprese italiane versano al fisco 101,1 miliardi di euro l’anno: un carico di imposte, tasse, tributi e contributi previdenziali “da far tremare i polsi”.

Lo afferma il coordinatore dell‘Ufficio studi della la Cgia di Mestre Paolo Zabeo che, commentando il dato, ha dichiarato:

“Sebbene alle nostre imprese sia praticamente richiesto lo sforzo fiscale più oneroso d’Europa lo Stato italiano continua a non agevolarne la crescita. Anzi. Ricordo, ad esempio, che il debito commerciale della nostra Pubblica amministrazione nei confronti dei propri fornitori è di 57 miliardi di euro, di cui una trentina ascrivibili ai ritardi nei pagamenti. Il peso economico dell’inefficienza burocratica della macchina pubblica sulle Pmi, invece, è di 31 miliardi e il deficit infrastrutturale, sia materiale che immateriale, grava sul sistema produttivo per almeno 40 miliardi di euro”.

Rispetto ai nostri principali competitor europei, l’Italia mostra differenziali molto preoccupanti; tutti presentano un “sacrificio fiscale” nettamente inferiore al nostro. Sulle aziende tedesche, ad esempio, grava un prelievo sul gettito totale del 12,3 per cento, sulle spagnole dell’11,6 per cento, su quelle britanniche dell’11,4 per cento e sulle francesi del 10,2 per cento. Solo l’Olanda (14,2%) registra una incidenza del prelievo fiscale riconducibile alle imprese sul gettito fiscale totale superiore alla nostra (14,1%).

L’Ufficio studi della Cgia ha inoltre messo in evidenza che la priorità del nostro Paese è la questione economica. I segnali di ripresa registrati in questi ultimi 2 anni si stanno affievolendo e anche quest’anno la nostra crescita sarà la più contenuta in tutta l’Ue. Per questo è necessario intervenire quanto prima per abbassare le tasse, alleggerire l’oppressione burocratica, accelerare i pagamenti della Pubblica amministrazione e tornare ad investire.

Sebbene alle nostre imprese sia praticamente richiesto lo sforzo fiscale più oneroso d’Europa, lo Stato italiano continua a non agevolarne la crescita” ha aggiunto Zabeo.