Mentre si avvicina il termine per la scadenza del saldo di dicembre, arriva una novità che interessa l’Imu e che potrebbe riguardare una vasta platea di persone. La novità è prevista in un emendamento al dl fisco approvato nelle commissioni Finanze e Lavoro al Senato che stabilisce che l’esenzione vale solo per un’abitazione a famiglia anche qualora una delle due case si trovi in un altro comune.
Imu prima casa: quando non si paga
Attualmente l’Imu, la tassa sulla casa non trova applicazione sulle abitazioni principali, intese come quelle in cui la famiglia dimora e risiede abitualmente. La condizione indispensabile però per far scattare questa esenzione è che l’immobile non sia considerato di lusso né di pregio. A livello catastale significa che non deve rientrare nelle categorie A1, A8 e A9, ossia abitazioni di tipo signorile, ville, castelli e palazzi di eminenti pregi artistici o storici.
Capita spesso per le famiglie che possiedono due abitazioni, magari anche siti in comuni diversi che i due coniugi, onde evitare di pagare tasse, “dividano” la loro residenza, intestandosi ognuno un immobile figurante come prima casa. Ora le cose potrebbero cambiare. Contrariamente a quanto attualmente previsto i due coniugi non potranno più scegliere di risiedere in due case in comuni differenti e non pagare così l’Imu.
Si tratta come viene spiegato di una norma che risponde a una sentenza della Cassazione ancora più restrittiva che stabiliva il pagamento dell’Imu per entrambe le abitazioni qualora i coniugi fossero residenti in due immobili diversi.
I giudici avevano stabilito che non fosse prevista alcuna esenzione per i coniugi che abitavano in case diverse. L’Imu andava anzi pagata su entrambe. Secondo Confedilizia, si poteva trovare un compromesso migliore. “È vero che la Cassazione aveva dato una interpretazione ancora più restrittiva della norma”, afferma il presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa. “Tuttavia, la via più corretta era quella indicata dal Dipartimento delle finanze del Mef, che consentiva di applicare l’esenzione nei casi in cui i coniugi risiedono per motivi lavorativi in comuni diversi”
Saldo in scadenza
Il 16 dicembre è l’ultimo giorno utile per pagare il saldo dovuto per l’anno in corso dell’Imu. Sono chiamati alla cassa i proprietari di immobili adibiti ad abitazione principale ma solo se quest’ultima è di lusso, e tutti i proprietari per seconde, terza case, ecc.
Il calcolo del saldo si effettua sulle base delle nuove aliquote decise dai singoli comuni ad ottobre e pubblicate in un’apposita sezione del sito del Ministero delle Finanze.
Tuttavia vigono delle esenzioni che è bene ricordare come segue. A causa dell’emergenza Covid-19, sono state approvate delle disposizioni agevolative, per esempio sono esentati dal pagamento gli immobili destinati a cinema e teatri, gli immobili con sfratti per morosità e quelli colpiti da sisma.
Il decreto agosto stabilisce che l’Imu non è dovuta per gli anni 2021 e 2022 per gli immobili rientranti nella categoria catastale D/3 destinati a spettacoli cinematografici, teatri e sale per concerti e spettacoli, a condizione che i relativi proprietari siano anche gestori delle attività ivi esercitate. Il decreto Sostegni bis ha invece stabilito che a coloro che hanno un immobile in locazione a uso abitativo, che abbiano ottenuto in proprio favore l’emissione di una convalida di sfratto per morosità, la cui esecuzione è sospesa sino al 30 giugno 2021 o fino al 31 dicembre 2021, è riconosciuta l’esenzione per l’anno 2021 dal versamento dell’IMU relativa all’immobile
In merito gli immobili colpiti da sisma, la legge di Bilancio 2021 stabilisce l’esenzione per i comuni di Lombardia e Veneto interessato dal sisma del 20 e 29 maggio 2012; ai comuni dell’Emilia Romagna interessati dalla proroga dello stato d’emergenza; ai fabbricati distrutti nelle zone colpite dal sisma del 24 agosto 2016 nel Centro Italia e a quelli di Casamicciola Terme, Forio e Lacco Ameno, colpiti dagli eventi sismici del 21 agosto 2017 nell’isola di Ischia. Imu ridotta alla metà a coloro che, non residenti, siano titolari di pensione maturata in regime di convenzione internazionale con l’Italia e abbiano un’abitazione a titolo di proprietà o usufrutto.