Società

Imu: costa come 3 giorni di lavoro, 25% non vuole pagarla

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Roma – Conto alla rovescia per la scadenza del primo pagamento Imu, ma fino al 40% dei contribuenti potrebbe non rispettare la prima rata e il mancato gettito per Stato e Comuni potrebbe essere compreso fra i 2 e gli 8 miliardi di euro. La segnalazione arriva dai 900 Caf di Unimpresa secondo cui, fra questi, il 25% dei contribuenti non intende pagarla nemmeno al saldo finale di dicembre.

La nuova tassa continua a essere bersaglio di critiche e proteste. Secondo la Cgia di Mestre, in media, per pagarla occorrono 3 giorni di lavoro in piu’ rispetto allo scorso anno mentre il segretario della Cgil Susanna Camusso sottolinea che ”chi ha grandi patrimoni immobiliari paga meno di un pensionato”. Il responsabile dell’Ugl Giovanni Centrella chiede una vera patrimoniale: ”togliamo l’Imu dalla prima abitazione, aumentiamola di due o tre volte sulle abitazioni non civili che hanno un certo valore e quadruplichiamola sulle seconde abitazioni”. E l’osservatorio Censis-Abi pone in rilievo un effetto sulle seconde case. In futuro difficilmente si vedranno case ”ereditate e lasciate li’ a deperire” o usate, magari al mare, per pochi mesi l’anno. Saranno quindi vendute, affittate o destinate ad altro scopo.

Per il momento comunque la scadenza di lunedi’ appare, secondo le segnalazioni di Unimpresa, seguita solo da 3 proprietari su 5. L’associazione ricorda come si possa onorare il debito fiscale con interessi non particolarmente gravosi (circa il 6%). La maggioranza degli italiani, comunque, pari al 60% del campione intervistato, ha dichiarato di aver gia’ pagato o di voler pagare entro i termini stabiliti dalla legge. Secondo Unimpresa ”chi invece non rispettera’ le scadenze dichiara di avere problemi di liquidita’ e indica l’aumento degli importi rispetto alla vecchia Ici come causa del ritardo o mancato pagamento”.

Durante i conteggi nei Caf Unimpresa, sono stati rilevati incrementi dell’Imu rispetto all’Ici particolarmente significativi per quanto riguarda i terreni agricoli (+65%). Quanto alle abitazioni, il nervo scoperto e’ rappresentato dal ritorno delle ”prime case” nel recinto dell’imposta municipale, nota Unimpresa. Particolari critiche, poi, riguardano le ”seconde” a abitazioni: con l’Ici era prevista una modulazione delle aliquote sulla base dell’effettivo utilizzo (piu’ alta per gli immobili ”liberi” e piu’ contenuta per quelli posti in locazione); l’Imu ha introdotto una equiparazione che non risulta di immediata accettazione fra i contribuenti. Il gettito complessivo e’ stimato in 21,4 miliardi di euro e il ”buco” nei conti, proiettando le percentuali del sondaggio sui mancati versamenti, potrebbe oscillare da un minimo di 2,1 miliardi a 8,5 miliardi. Una situazione che, secondo l’associazione, farebbe diventare quasi sicuro l’aumento delle aliquote per il pagamento del saldo di dicembre.