ROMA (WSI) – Una storia italiana a cui si fa fatica a credere. È accaduta nel carcere di Bollate, in provincia di Milano, dove un detenuto avrebbe ricevuto una cartella esattoriale dell’Imu. La cosa clamorosa è che la cella risulterebbe come sua prima casa e l’indirizzo di residenza dell’uomo sarebbe quello del carcere dov’è detenuto.
L’uomo risulta co-proprietario di due abitazioni, ma non abitandoci al momento vengono considerate come seconde case e quindi inevitabilmente la prima risulterebbe la cella dove è incarcerato al momento, in via Cristina di Belgioioso n.120, Bollate.
L’uomo ha fatto immediatamente ricorso e si è rivolto al Garante lombardo dei carcerati, cercando di spiegare che non vanta alcun diritto reale sulla cella e che non è la sua dimora abituale.
La normativa sull’Imu a riguardo dice che il pagamento avviene dove: “il soggetto abbia la propria residenza anagrafica e vi dimori abitualmente”, ma in questo caso non può valere essendo detenuto e quindi la sua abitazione principale resta quella di proprietà, purché non affittata.