“A livello di economia globale, il legame storico tra la crescita della ricchezza, o patrimonio netto, e il valore dei flussi economici come il Pil non regge più”: la ricchezza cresce molto più in fretta degli indicatori che dovrebbero produrla, suggerendo che il boom dei patrimoni sia in qualche modo un effetto collaterale dei tassi d’interesse (molto bassi) sui prezzi degli asset. E’ una delle tesi centrali su cui si impernia un nuovo rapporto della società di consulenza McKinsey, che in 198 pagine ha elaborato una sorta di bilancio globale basato sulle attività e passività finanziarie detenute da famiglie, governi e società finanziarie e non finanziarie.
Ricchezza netta globale: trainata dal real estate
Il patrimonio netto globale è passato, fra il 2000 e il 2020, da 156mila miliardi a 514mila miliardi di dollari. La ricchezza accumulata in Cina rappresenta un terzo di questo incremento, con un balzo da 7mila a 120mila miliardi di dollari. Nel frattempo, negli Stati Uniti il valore dei patrimoni è raddoppiato a 90mila miliardi di dollari.
Nel “bilancio” elaborato da McKinsey non compaiono nella ricchezza netta gli asset finanziari, perché complessivamente le passività ad essi riferite superano le attività (ad esempio, i bond detenuti da un investitore vengono compensati dal debito della società emittente).
Di conseguenza, il motore della crescita della ricchezza, in questa analisi, è stata la valorizzazione del real estate: abitazioni, terreni, eccetera – che assieme rappresentano il 68% del patrimonio netto. In rapporto al reddito (Pil) i prezzi degli asset sono al di sopra del loro valore di lungo periodo di quasi il 50%.
Questo ha spinto McKinsey verso alcuni interrogativi: “La ricchezza misurata dal patrimonio netto è in rapido aumento… Perché questo incremento del patrimonio netto non si è tradotto in un aumento sostenibile dei flussi economici? C’è un rischio di un ritorno alla media storica, che comporterebbe potenzialmente un forte calo del patrimonio netto e un effetto a catena sui mercati finanziari?”.
L’accumulazione di ricchezza “attraverso l’aumento dei prezzi al di là dell’inflazione è discutibile in tanti modi”, ha detto il partner di McKinsey, Jan Mischke, “essa porta con sé ogni genere di effetto collaterale”.