Il gruppo Steinhoff International, che controlla la catena dei negozi Conforama, è sprofondato in uno scandalo finanziario dal quale farà fatica a rimettersi. Si tratta secondo i commentatori di mercato del maggiore scandalo dai tempi della crisi del 2008 per l’Europa. Il castello di carte costruito su 18 miliardi di debiti del rivale mondiale di Ikea, proprietario di grandi brand celebri, sta per crollare.
Quello che era un tempo un piccolo commerciante di mobili tedesco, diventato in qualche anno un gigante sudafricano della grande distribuzione, dovrà rispondere dell’accusa di frode contabile, uno scandalo enorme che ha fatto cadere a picco i titoli in Borsa. Le azioni Steinhoff International, che hanno ceduto circa l’80% del suo valore in una settimana di tempo, oggi provano a rimbalzare (+14% al momento).
Interpellato dagli inquirenti, l’amministratore delegato dimissionario Markus Joost non ha ancora finito di fare i conti con le autorità giudiziarie per chiarire una vicenda che potrebbe essere la versione europea del caso Enron. Mentre i broker e le grandi banche d’affari declassano i loro rating su Steinhoff, il gruppo ha chiesto al gabinetto legale PwC di condurre “un’indagine indipendente interna”.
Per la sua solidità e esposizione internazionale, il grande gruppo quotato alla Borsa di Johannesbourg e dal 2015 anche a Francoforte, era uno degli investimenti favoriti dei grandi fondi pensione sudafricani e delle big del settore bancario come Citigroup, Goldman Sachs, Nomura e HSBC.
Queste grandi banche si sono ovviamente adoperata per correre in soccorso dell’azienda con prestiti ingenti. Persino la Bce ha emesso un assegno da 800 milioni di euro in luglio, con il quale sono stati comprati bond aziendali di Steinhoff. Il valore di suddetti Bond ora si avvicina pericolosamente allo zero.
Il gruppo, presente in 60 paesi con 6.500 punti vendita, è finito nei guai quando si è scoperto che presumibilmente per coprire lo stato di salute finanziario precario di Steinhoff, il debito e alcune perdite operative sono stati iscritti in schemi fuori bilancio. Quando nel 2016 l’azienda aveva lanciato la scalata su Darty in France, prima di provare l’assalto su alcuni gruppi specializzati nei materassi nel Regno Unito e negli Stati Uniti, gli esperti contabili e gli analisti di mercato lodavano la potenza finanziaria e il dinamismo del gruppo.
Steinhoff, con una capitalizzazione in Borsa superiore ai 20 miliardi di euro e sempre alla ricerca di nuove operazioni d’acquisto internazionali, sembrava il modello di eccellenza e di gruppo in crescita. Lo stesso gruppo, proprietario di marchi come Matress Firm, Cargo, Pep&Co, Harveys Furnitures e Fantastic Furnitures, si presentava e si “vendeva” al pubblico come il nuovo Ikea in grado di battere il titano svedese sul suo terreno.