Economia

In due giorni di lavoro AD superano reddito annuale di un dipendente

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NEW YORK (WSI) – Ai top manager britannici sono sufficienti solo due giorni lavorativi per accumulare un reddito pari a quello medio annuale di un dipendente. È il calcolo dell’High Pay Centre, un ‘think tank’ indipendente specializzato in corporate governance e nel monitorare le retribuzioni delle fasce più alte di reddito.

Oggi, secondo il Centre, e’ quindi il ‘Fat Cat Tuesday’, letteralmente il ‘Martedi’ del gatto grasso’, che segna il  sorpasso dei guadagni degli amministratori delegati nel 2016 rispetto a quelli (annuali) del lavoratore medio.

Il centro stima in 4,96 milioni di sterline la retribuzione media annua dei ceo delle societa’ dell’Ftse 100, pari a circa 1.260 sterline l’ora, presupponendo che gli a.d. lavorino 12 ore al giorno, tre fine settimana su quattro e prendano meno di 10 giorni di vacanze l’anno.

Su queste basi, bastano 22 ore agli AD, appena rientrati dalle festività, per poter contare già su una ‘busta paga’ superiore a quella media annuale di un lavoratore a tempo pieno in Gran Bretagna che e’ di 27.645 sterline. In pratica, nel tardo pomeriggio odierno il sorpasso sara’ cosa fatta.

Non solo. Negli anni, la forbice che separa la fascia alta dei dirigenti dal resto dell’organico di un’azienda si è andata mano a mano allargandosi.  Solo due anni fa, nel 2014, il sorpasso avveniva di mercoledi’. Secondo l’High Pay centre, i ceo delle societa’ dell’Ftse 100 lo scorso anno hanno guadagnato 183 volte i salari del lavoratore britannico medio contro le 47 volte del 1998.

Divergenze significative persistono anche quando si passa ad analizzare gli incentivi. Secondo l’High Pay Centre la parte di incentivi nella retribuzione dei ceo e’ aumentata di quasi il 50%, mentre per il lavoratore medio l’aumento e’ stato di 445 sterline rispetto alle 27.000 del 2014.

 Nella foto il Ceo di Royal Bank of Scotland, Ross McEwan

Non mancano, tuttavia, i critici sul metodo di ricerca del Centre. Per Sam Bowman, direttore esecutivo dell’Adam Smith Institute, citato dal ‘Financial Times, “si tratta di economia da pub, non di una seria analisi”.

Critiche a parte, resta il fatto che dalla crisi finanziaria in poi, in Gran Bretagna sui mega-stipendi dei ceo si sono accesi i riflettori e sono state varate norme per aumentare la trasparenza delle retribuzioni e per limitarle. Norme che secondo il think tank non sono efficaci.