NEW YORK (WSI) – L’invecchiamento della popolazione mondiale e’ un dato di fatto ormai scontato. L‘allungamento dell’aspettativa di vita. insieme ad un crollo del tasso di natalità soprattutto nei paesi industrializzati, sono alla base di questo fenomeno, di cui l’Italia e’ tra i maggiori protagonisti. Dopo il Giappone, il nostro paese e’ il secondo al mondo per numero di persone con un’eta’ superiore ai 60 anni.
L’argomento letto in chiave economica e’ stato di recente oggetto di una conferenza all’università’ di Harvard, che ne affrontato in particolare l’aspetto legato al lavoro.
“Mai prima nella storia umana abbiamo avuto una società così vecchia. E per società che invecchiano intendiamo ci sono più persone oltre i 60 che ci sono sotto 5. ” ha detto Lisa Berkman, direttore de Centro di studi per la popolazione e lo sviluppo di Harvard.
“L’impatto più grande di questo fenomeno si avra’ probabilmente sul fronte del lavoro”, ha detto Berkman, aggiungendo che “l’aumento dell’eta’ pensionabile sta già iniziando ad avere i primi effetti sul sistema di sicurezza sociale, creato quando la maggior parte delle persone viveva in media solo un anno o due dopo averne ricevuto i benefici o addirittura non viveva a lungo per riceverne”.
“Un errore nella comprensione del problema – ha aggiunto Berkman – sarebbe pensare che gli anziani che continuano a lavorare prenderanno i posti di lavoro di quelli più giovani. Al contrario, riteniamo che questo fenomeno possa stimolare nuova occupazione. Ciò non significa che i datori di lavoro saranno sempre disposti ad assumere lavoratori più anziani”.
Da recenti indagini, citate nel corso della conferenza, si evince inoltre che sono sempre piu’ numerosi i lavoratori che più si aspettano di lavorare oltre i sessanta e settant’anni. Questa è una buona notizia dal punto di vista della salute – si e’ sottolineato nella conferenza – perché l’impegno sostiene la salute cognitiva, rallenta il declino mentale e riduce l’isolamento. Ma non solo. E ‘anche una buona notizia per l’economia, perché la generazione del baby boom è la migliore istruita e la più esperta a livello professionale nella storia.
Un altro aspetto che occorre affrontare e’ che molti lavoratori che si aspettano di rimanere sul posto di lavoro non lo fanno per la loro salute. “La pensione una volta era considerato uno sgabello a tre gambe, sostenuto dalla sicurezza sociale, dal risparmio e dali fondi di pensioni private” e’ stato ricordato durante la conferenza, che si è concentrata sull’instabilità in cui è finito l’universo previdenziale negli ultimi tre decenni.
Se continuare a lavorare è dunque un’opzione possibile per i sani, i disabili e i malati, che costituiscono circa la metà della popolazione, si trovano ad affrontare una serie di sfide importanti, tra cui molte di tipo finanziario. Per loro e chi non ha guadagnato e saputo mettere abbastanza soldi da parte attraverso i canali privati, andare in pensione diventerà una chimera.
Fonte: World Economic Forum