ROMA (WSI) – “2013, fuga dall’euro”. Non è un film di fantascienza, o almeno non lo stanno girando soltanto nell’Europa del Sud, tra Lisbona e Atene passando per Roma.
La novità è che un partito anti-moneta unica ora è nato anche nella ricca, eurocentrica Berlino: si chiama “Alternativa per la Germania” ed è un po’ il Fare per fermare il declino (sì, suona paradossale) teutonico. Riunisce economisti e imprenditori di spicco, primo fra tutti l’ex capo di Confindustria Hans-Olaf Helkel, oltre a politici centristi come l’ex Cdu Alexander Gauland.
La loro idea è chiara: l’euro è già morto, si tratta di capire quando si celebrerà il funerale. Colpa, naturalmente, di Grecia, Spagna, Portogallo e pure Italia, oltre che della Francia che sta premendo per misure molto più blande sul rigore e sul deficit. “Bisogna salvarsi fin che si può”, è il messaggio degli anti-euro tedeschi, preoccupati anche dalla possibile “invasione” di bulgari e romeni.
Gli anti-euro in Europa – Tema, questo, assai caro anche agli inglesi dell’Uk Independence Party di Nigel Farage, gli euroscettici d’Albione. Tendenza, quella contro l’euro e in generale l’Unione europea, diffusa naturalmente in tutti i paesi a rischio: in Grecia la sinistra radicale di Syriza sta facendo opposizione selvaggia al governo di Samaras, rigorista per non far uscire Atene dalla moneta unica.
In Portogallo si scende in piazza contro l’austerity accettata dal governo di centrodestra di Pedro Passos Coelho, e lo si fa al grido “Que se lixe a Troika” (letteralmente, “che la Troika si fotta”…).
E in Francia, come detto, è lo presidente socialista François Hollande a sottrarsi all’obbligo di ridurre il deficit al 3% del Pil. Posizione forte, superata solo da quella anti-euro spinta del Front National di Marine Le Pen.
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