ROMA (WSI) – Continua a tenere banco il tema previdenziale. Dopo i sindacati ora arriva una proposta bipartisan, firmata da Maurizio Sacconi e Cesare Damiano, per bloccare l’aumento dell’età pensionabile portandola da 66 anni e 8 mesi a 67 anni dal 2019.
Un aumento o meglio adeguamento all’aspettativa di vita che segue la riforma lacrime e sangue dell’ex ministro del lavoro Elsa Fornero. Un aumento inaccettabile e irragionevole avevano detto qualche giorno fa in conferenza stampa presentando la loro proposta i due politici, proposta che prevede l’inserimento con la relativa copertura di una norma nella prossima legge di bilancio per allungare l’adeguamento o evitare lo scatto nel 2019.
Ma quanto costa nei fatti bloccare l’aumento dell’età per andare in pensione nel 2019? A fare i conti fonti vicine al dossier pensioni secondo cui il blocco costa ben 1,2 miliardi di euro.
I sindacati sono ancora sul piede di guerra e annunciano una mobilitazione generale qualora il Governo non dia risposte adeguare.
“E’ necessario un confronto costruttivo sulla cosiddetta fase due delle pensioni, che ha al centro le garanzie dei giovani di oggi, e sul nodo dell’età d’uscita, con l’obiettivo di “sterilizzare” l’adeguamento all’aspettativa di vita (il rischio è che si arrivi a 67 anni nel 2019)”.
Così il segretario confederale della Cgil, Roberto Ghiselli, a margine dell’attivo unitario, con Cisl e Uil, sulle pensioni. A rispondere in maniera molto vaga, il ministro del Lavoro Giuliano Poletti circa la possibilità di incontro già a luglio per cui spiega:
“Valuteremo con i sindacati se il grado della discussione tecnica ci consente un confronto politico“.