In attesa delle nuove misure in tema previdenziale che prenderà il nuovo governo Draghi, un Rapporto di Itinerari previdenziali presentato oggi nel corso di una conferenza stampa svoltasi alla Camera dei Deputati, snocciola gli ultimi dati riguardanti Quota 100, l’anticipo pensionistico introdotto dal governo M5S-Lega.
Quota 100: ecco quanti ne hanno beneficiato
Secondo il Rapporto sono oltre 267.000 le persone andate in pensione con Quota 100 nel 2019-2020. Nel solo 2020 le persone uscite con l’anticipo pensionistico con un requisito contributivo minimo pari a 38 anni e un’età anagrafica di 62 anni, sono state 117.034, un numero inferiore a quelle andate a riposo con la pensione anticipata (176.924), ovvero dopo aver raggiunto 42 anni e 10 mesi di contributi (41 e 10 mesi se donna) e aver atteso il periodo di finestra mobile.
Nel 2019 le donne rappresentano il 51,9% dei pensionati, ma percepiscono il 43,9% dell’importo lordo complessivamente erogato per pensioni (168.884 milioni di euro sono pagati agli uomini e 132.023 milioni alle donne).
Inoltre il Rapporto rivela che sul totale delle prestazioni erogate – previdenziali, assistenziali e indennitarie – le donne percepiscono un reddito pensionistico medio pari a 15.857 euro, reddito che nel caso degli uomini sale invece a 21.906 euro.
L’importo medio
Secondo il Rapporto inoltre la convinzione che oltre la metà dei pensionati percepisca meno di 1.000 euro dall’Inps è “un falso mito da sfatare, scorretto sia dal punto di vista sostanziale dell’analisi sia sotto il profilo di una corretta comunicazione dei temi previdenziali, in particolare nei confronti delle giovani generazioni”.
Fino a una volta il trattamento minimo (513,01 euro mensili) sono poco meno di 7,9 milioni (7.882.121 per l’esattezza), ma i pensionati che poi ricevono effettivamente un reddito pensionistico fino a una volta il minimo sono poco più di 2,2 milioni su 16 milioni di pensionati totali. Anche alla successiva classe di importo (da 513,02 euro a 1026,02 euro lordi mensili) appartengono circa 6,86 milioni di prestazioni, cui fanno però da contraltare solo circa 4 milioni di beneficiari».