New York – “Nei mercati e’ tutto quanto falso”. Le dure ma limpide parole sono di John Embry di Sprott Asset Management e sono state pronunciate in merito allo scandalo della manipolazione dei tassi sul Libor che ha visto coinvolti Barclays e altri istituti di credito.
La speranza condivisibile del chief investment strategist e’ che lo scandalo consentira’ alla gente di aprire gli occhi su altri casi di manipolazione dei mercati, compresa quella delle transazioni di oro e argento.
Il Liborgate, come e’ stato battezzato in Inghilterra, ha messo alla luce i difetti del sistema finanziario capitalistico come lo conosciamo oggi: le banche fanno appello al libero mercato solo quando fa loro comodo, mentre in casi di manipolazioni simili – e quindi di interruzione temporanea della liberta’ di scambio e concorrenza sana – tendono a scaricare la colpa a singoli elementi.
Quando l’economista Adam Smith ha esposto le sue teorie sulla liberta’ di mercato e di libero scambio viveva in un mondo di piccole e medie imprese, nel diciottesimo secolo. Non di mercati folli e virtuali.
“Praticamente tutto quanto e’ finto. E quando e’ cosi’, l’unica realta’ che rimane agli investitori e’ rappresentata dalle monete e dall’oro che hanno in mano” e non da quello depositato nei caveau delle banche, ha denunciato Embry al blog di King World News.
“La societa’ non puo’ sussistere tra coloro che sono sempre pronti a danneggiarsi e a farsi torto l’un l’altro”, diceva Smith, che oltre a essere un economista era anche un filosofo. Ma la ‘mano invisibile’ da lui teorizzata per consentire il libero funzionamento di un mercato concorrenziale senza interventi esterni e’ ormai diventata una mano molto grossa e identificabile con quella dei grandi fondi e dei big della finanza.
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