Il fondo Schroder Isf Italian Equity lanciato nel 1996, dal 3 luglio diventa formalmente un investimento idoneo per essere inserito in un Piano individuale di risparmio (Pir). La filosofia di gestione, già da tempo in linea con i criteri Pir, rimane sostanzialmente invariata e rispetta i vincoli imposti dalla normativa.
“Rendere Schroder Isf Italian Equity Pir-compliant è stato per noi un passo naturale” commenta Luca Tenani, country head Italy – Asset Management, Schroders, aggiungendo: “L’ottica di lungo termine tipica di un investimento Pir ben si applica a una strategia azionaria pura come la nostra, rodata da oltre 20 anni, unendo potenziale di rendimento e massimizzazione del beneficio fiscale”.
La strategia di investimento punta alla selezione dei singoli titoli sulla base dei fondamentali economici e finanziari delle società, a prescindere dal settore di appartenenza.
“Analizziamo i fondamentali, incontriamo periodicamente il management delle aziende, per concentrarci sui nomi che a nostro avviso presentano valore ancora inespresso. Per questo abbiamo sempre guardato con interesse alle aziende italiane a piccola e media capitalizzazione, segmento ricco di quelli che chiamiamo ‘gioielli nascosti’” spiega Hannah Piper, gestore del fondo Schroder Isf Italian Equity, precisando che attualmente il portafoglio conta 40 titoli, con il 31,8% del portafoglio investito su titoli quotati al di fuori dell’indice Ftse Mib.