Dettagli raffinati, anima Art Déco e tre nuove suite.
Il general manager del Venice Simplon-Orient-Express svela segreti e novità del leggendario treno deluxe
A cura di Margherita Calabi e Francesca Gastaldi
Il treno Venice Simplon-Orient-Express, con le sue magnifiche carrozze restaurate degli anni ‘20, ‘30 e ‘50 offre un’esperienza di lusso a 5 stelle, un viaggio nel tempo tra Londra, Parigi, Innsbruck, Verona e Venezia. Pascal Deyrolle, general manager del VSOE, parte del gruppo Belmond, racconta i suoi nuovi progetti.
Nel mese di marzo avete inaugurato tre nuove Grand Suite che portano il nome delle tre città romantiche – Parigi, Venezia e Istanbul – sull’itinerario del treno…
“Questo progetto è stato portato avanti con grande passione. Abbiamo voluto che lo spirito di ogni città rivivesse all’interno di ogni suite. Abbiamo studiato ogni aspetto nei minimi dettagli – dalla testiera in legno intagliato a mano della Istanbul Suite ai pannelli di vetro Veneziano della Venice Suite – rimanendo fedeli all’originale stile Art Déco del treno. Ogni suite ha il suo bagno privato, un letto matrimoniale e un’area living; inoltre gli ospiti possono contare su un proprio maggiordomo personale che serve champagne per tutto
il tragitto”.
Chi ha progettato gli arredi?
“Abbiamo lavorato con lo studio Wimberley Interiors di Londra e il lavoro è stato realizzato a Clermont Ferrand, in Francia, dai migliori artigiani, soffiatori di vetro e intarsiatori”.
Per chi sono state disegnate queste suite?
“Molti dei clienti che viaggiano sul VSOE lo fanno per celebrare un’occasione speciale. Vogliamo regalare agli ospiti che scelgono una delle Grand Suite un’esperienza di lusso straordinaria. Le carrozze del treno, con i loro dettagli raffinati, sono molto romantiche ma le suite sono davvero sontuose”.
La storia del nuovo Orient-Express comincia nel 1977 quando l’imprenditore James B. Sherwood compra, a un’asta a Monte Carlo, alcune carrozze originali. Da qui l’idea di creare un nuovo treno straordinario che verrà inaugurato nel 1982…
“Esattamente. James B. Sherwood comprò le prime due carrozze a un’asta di Sotheby’s. Le altre sono state ritrovate in tutta Europa, da collezionisti privati o musei”.
Sono tre i ristoranti a bordo: il Côte d’Azur, caratterizzato da pannelli in vetro di Lalique, L’Oriental con arredi in lacca nera cinese e L’Étoile du Nord con preziosi intarsi. Quali menù propongono?
“Ogni carrozza è unica suo modo. L’Étoile du Nord ha le più belle boiserie mentre le decorazioni René Lalique sono caratteristiche della carrozza Côte d’Azur. Christian Bodiguel, il nostro executive head chef, crea menù ispirati alle diverse destinazioni raggiunte dal treno”.
In Europa le carrozze dei treni si distinguono con un numero, in Inghilterra invece portano il nome di una donna. Leggenda vuole che questi nomi siano quelli delle amanti degli uomini che le hanno costruite. È così anche per il suo treno?
“Sul VSOE ogni carrozza ha il proprio numero: la carrozza del bar e del social hub è la 3674. La carrozza 3309 è invece la più antica, quella dell’Orient-Express che rimase bloccato nella tempesta di neve e che ispirò il famoso romanzo di Agatha Christie Assassinio sull’Orient Express”.
Quali sono stati gli ospiti famosi del VSOE?
“Negli anni abbiamo avuto molti ospiti celebri fra cui il regista Wes Anderson, John Travolta, i Rolling Stones e l’attore David Suchet”.
Quale personaggio vorrebbe invitare a bordo?
“L’attore francese Vincent Cassel”.
Lei è un appassionato delle macchine da corsa vintage e dell’arte astratta. Come si descriverebbe?
“Adoro tutto ciò che ha una bellezza senza tempo, che sia una macchina classica, un quadro o altro. È per questo che amo il mio lavoro: il mio ufficio è un pezzo di storia, ogni carrozza ha un passato diverso. Considero il VSOE un’opera d’arte con le ruote”.
Come viaggia l’uomo elegante oggi? Quali sono gli essenziali che si porta a bordo?
“Lo smoking non può mai mancare nella valigia di un gentleman, così come un paio di scarpe eleganti e dei gemelli raffinati. Non si è mai troppo eleganti quando si viaggia con noi”.
L’articolo integrale è stato pubblicato sul numero di luglio/agosto del magazine Wall Street Italia.