“Ci sono dei morti”. Lo hanno detto i vigili del fuoco che per tutta la notte hanno cercato di spegnere l’incendio di Grenfell Tower a Londra. Il grattacielo di più di 25 piani, che si trova nella zona di Kensington nord, non lontano da Notting Hill, ha cominciato a bruciare verso l’una di notte (le due in Italia). All’alba i pompieri sono riusciti a spegnere le fiamme, ma temono che il palazzo possa collassare, come successe alle Torri Gemelle l’11 settembre del 2001.
Allora si trattò di un attentato terroristico, a oggi non sono ancora chiare le ragioni che hanno provocato l’incendio. Molti residenti sono stati evacuati. Alcuni sono riusciti ad uscire buttandosi sui materassini d’emergenza dei vigili del fuoco. Un testimone ha raccontato alla Bbc di aver parlato con le persone alle finestre, che spiegavano che all’interno c’era troppo fumo e che erano intrappolati nelle loro stanze. Quando c’erano ancora le fiamme, sono state viste delle luci simili a quelle dello schermo di molti telefonini, sul tetto della torre.
Trenta persone sono state portate in ospedale con ustioni, intossicazioni o ferite da caduta mentre scappavano dall’edificio. Durante la notte, era stata alta la preoccupazione per eventuali dispersi fra gli inquilini di un grattacielo che si stima fosse abitato da 450 – 500 persone. E in mattinata è arrivata la conferma dei vigili del fuoco sulla possibile presenza di vittime.
Fra le cause dell’incendio, non sembra esserci il terrorismo. Ad aver innescato la scintilla potrebbe essere stato un corto circuito, una dimenticanza o una fuga di gas, avvenuto nella parte inferiore dell’edificio. Una costruzione di edilizia popolare, degli anni Settanta, dove abitavano le persone a basso reddito che non possono permettersi una casa e vivono negli alloggi sovvenzionati dallo Stato, come previsto dal welfare britannico.
Secondo Paul Munakr, un residente che è riuscito a scappare, intervistato dalla Bbc, l’allarme antincendio non ha funzionato e lui si è svegliato grazie alle urla dei vicini.