Anche se le casse professionali sono parte del primo pilastro del sistema pensionistico i loro profitti sono tassati il 26%, come un fondo speculativo; al contrario i fondi pensione complementari godono di un trattamento limitato al 20%, pur trattandosi del secondo pilastro. Da questa premessa si articola la proposta ospitata dal Foglio e firmata da Davide Rossetti, docente presso l’Università Europea di Roma. Secondo Rossetti, la possibilità di detassare gli investimenti in economia reale di questi due pilastri del risparmio potrebbe indirizzare maggiori risorse in favore della ripresa:
“Un’idea da implementare per rilanciare l’economia potrebbe essere la proposta di utilizzare, quale agente di sviluppo dell’economia reale, la liquidità in pancia alle casse professionali (80 miliardi) e ai fondi pensione (120 miliardi). Come? Proponendo a detti soggetti un’azione sinergica fra le categorie e le istituzioni per l’interesse dell’Italia. La proposta allora potrebbe essere quella di detassare i rendimenti di tutti gli investimenti in economia reale realizzati a partire dal 2018”.
Il principio di fondo è che, essendo lo stato assai vincolato dai parametri di Bruxelles e dall’elevato debito pubblico da finanziare, la capacità di stimolare l’economia attraverso gli investimenti potrebbe essere sollecitata proprio dalle disponibilità delle casse professionali e dei fondi pensione. L’incentivo fiscale mirato dovrebbe innescare il circuito virtuoso sul territorio italiano, arrivando, alla fine, ad aumentare il gettito fiscale, afferma Rossetti.