NEW YORK (WSI) – Un programma di identità nazionale, il più ambizioso al mondo che prende il nome di Aadhaar, nato in India e che in nome della lotta alla corruzione e alla guerra al contante rischia di gettare il paese in uno stato di sorveglianza dai toni orwelliani.
Nato nel 2009, Aadhaar è stato concepito come un sistema di identità volontario che avrebbe aiutato il governo indiano a reprimere le frodi e la corruzione. Aadhaar è un numero univoco che viene rilasciato a tutti i residenti indiani sulla base dei loro dati demografici – nascita, indirizzi, numeri di telefono, fotografie fino alle impronte digitali e alle scansioni dell’iride – che vengono raccolti dall’ UIDAI, un’autorità governativa istituita appositamente. Con Aadhar ogni indiano ottiene un’identità ufficiale per poter accedere a servizi di assistenza sociale considerando le regioni più povere del paese.
Appena introdotto, Aadhar è stato accolto con entusiasmo dal Congresso indiano in quanto è stato visto come una panacea per le frodi e la corruzione ma anche da alcuni dei big dell’hi-tech in primis Bill Gates e media esteri come il Wall Street Journal che ne hanno tessuto ampiamente le lodi parlando di uno sforzo di identificazione nazionale più tecnologicamente e logisticamente complesso mai tentato. Dopo decenni di invisibilità le classi meno abbienti dell’India con una semplice autenticazione tramite iridi o impronte digitali possono ricevere una razione di cibo o di combustibile utile per cucinare.
Nel corso degli anni però il sistema di identità nazionale è diventato obbligatorio tanto che il governo si basa sui dati in esso inseriti per fornire servizi alla popolazione, un vero e proprio mezzo di accesso al welfare indiano a cui sono legati tutti i servizi, da quelli bancari alle pensioni, assicurazioni, fino alla registrazione del matrimonio e anche Skype. A febbraio di quest’anno infatti la Microsoft ha annunciato l’arrivo di una nuovissima edizione di Skype, Skype Lite, solo per l’India, una versione più spartana del servizio di messaggistica istantanea che funziona sui telefoni android di media gamma ma che contiene anche i dati inseriti in Aadahar, di oltre un miliardo di cittadini indiani. Per giustificare questa mossa, dal palco di Mumbai durante la presentazione di Skype Lite, l’ingegnere Rahul Malegagaonkar ha parlato di colloqui di lavoro.
“Se voglio assumere qualcuno, mi sentirei più tranquillo sul fatto che sto parlando davvero con il candidato giusto“.
Da qui però sono partite una serie di critiche soprattutto da parte dei sostenitori della privacy e da esperti di sicurezza secondo cui Aadhar si è trasformato nel sistema di sorveglianza più grande al mondo, che permette al governo di attuare un controllo di massa.
Il governo ha approvato ora difatti una legge che rende obbligatorio per ogni indiano che presenta la dichiarazione dei redditi di inserire il proprio numero di identificazione. Una costrizione all’uso di Aadahar? Il ministro delle finanze Arun Jaitley non usa mezzi termini e ammette: “Sì lo stiamo facendo”.