LEGNANO (WSI) – A volte la pazienza paga. Ed il nostro mestiere, per come abbiamo impostato i nostri metodi di analisi, punta proprio a questo. Effettuare uno screening continuo dei mercati cercando di individuare rapporti di causa ed effetto tra evoluzioni macroeconomiche (intese in senso lato) ed i movimenti dei prezzi, cercando talvolta di individuare situazioni di eccesso dei mercati, che possono sfociare in scenari a buona probabilità di realizzazione.
E questo è quello che è successo ieri durante il tardo pomeriggio. Riprendiamo brevemente il pezzo scritto ieri mattina sul dollaro australiano, prima di ragionare su quanto è successo: “Discesa sotto 0.9665 ed estensioni fino a figura, prima di tentare dei rimbalzi che non sono stati in grado di superare le medie orarie, creando una buona area di resistenza statica/dinamica intorno a 0.9650. Dopo la pubblicazione del Pil di questa notte, inferiore alle aspettative su base annuale (2.5% vs consensus 2.7% e precedente 3.2%) e la mancata reazione del cambio a causa dell’effetto Abe, è possibile che con l’avvento della liquidità londinese si possano provare degli approfondimenti ribassisti, da valutare sotto 0.9585, con potenziali target sui minimi.
Attenzione in caso di avvicinamento ai minimi allo Speculative Sentiment Index, in caso di incrementi si sbilanci long è possibile che il mercato possa accelerare a ribasso a causa di ordini in stop sotto i minimi che potrebbero essere presi. Acquisti soltanto in caso di divergenze dall’orario in su o di superamento delle resistenze.
Un buon quadro tecnico senza dubbio, ma il fattore che volevamo portare alla vostra attenzione risulta essere le indicazioni che abbiamo potuto trarre analizzando il posizionamento (a prescindere dal peso di ogni posizione) dei trader retail che lavorano con FXCM, che essendo uno dei più grossi broker al mondo, può essere considerato come veicolo per l’estrapolazione di popolazioni (statisticamente parlando) che possono essere considerate un campione rappresentativo dell’intero mercato retail.
Tutto questo viene estrapolato dallo Speculative Sentiment Index, un indicatore che mette a rapporto il numero di trader lunghi contro il numero di trader corti su uno strumento finanziario, andando a dipingere le aspettative che essi hanno su questo o quello strumento.
Come accennavamo, il tutto indipendentemente dal peso delle posizioni del trader a mercato, si dà importanza soltanto all’idea rialzista o ribassista. L’AudUsd, su tutta la discesa che potete notare nel grafico a sinistra, ha mostrato più volte reattività quando gli sbilanci sull’SSI sono risultati importanti e ieri ci ha dato un’ulteriore dimostrazione della sua validità.
Il concetto è molto semplice. Nel momento in cui molti trader, per esempio, si posizionano lunghi di AudUsd lo sbilancio tra corti e lunghi va ad incrementarsi. Tutto viene misurato da un ratio che, a ieri pomeriggio, sull’AudUsd si trovava a 6.24. Questo sta a significare che per ogni trader corto, vi sono 6.24 trader lunghi a mercato, ovvero l’86.2% (6.24/7.24).
Quando gli sbilanci sono così alti, prima o poi dovranno andare a ribilanciarsi, per effetto di cosa? Di vendite, in questo esempio, che andranno a far uscire chi è lungo dalle posizioni. Vendite che possono essere in profit, se questo gran numero di trader ha indovinato il lato di mercato ed i prezzi sono effettivamente saliti, oppure in stop, se essi non hanno avuto ragione.
E se questi stop, solitamente posizionati sotto minimi importanti anche sul medio periodo, vengono colpiti, il risultato è quello di veder partire un movimento contrario a quello che la maggior parte dei trader si aspettava, movimento che spesso e volentieri è in grado di innescare ordini di vendita da parte di grossi investitori, che vanno a sfruttare questi breakout.
Il passo successivo, da parte dei trader retail, è quello di accettare la perdita, attendere, e decidere come lavorare sul cambio, oppure quello di rientrare in posizione (il più delle volte, se lo sbilancio continua a rimanere sostenuto dopo un movimento contrario è dovuto anche a nuovi ingrassi long da parte di trader che credono siano arrivati i minimi). Ieri è successo proprio questo ed ora siamo oltre a 7 trader lunghi per ogni trader corto, il che significa che la situazione di pericolo non è ancora passata.
Prima di passare all’analisi dei livelli tecnici però, non possiamo non spendere due parole sulle banche centrali europea ed inglese che si riuniranno oggi e sul Beige Book americano. Partiamo proprio da quest’ultimo, dove la situazione americana è stata dipinta in modo abbastanza buono, con tutti i distretti che hanno mostrato crescita moderata, iniziando a rafforzare le aspettative di alcuni investitori ed analisti circa una possibile exit strategy dal QE, il che si è andato a ripercuotere sull’andamento delle borse, sui minimi di breve periodo.
Le aspettative di politica monetaria quindi risultano essere altrettanto forti come i dati macro, e domani sarà il turno dei Non Farm Payrolls, dopo i deludenti risultati del mese scorso (vi ricordo tra l’altro la possibilità di partecipare al NFP CONTEST, si tratta di indovinare il numero di nuove buste paga americane).
Sul fronte europeo invece, nulla di atteso da parte della Bank of England, che se dovesse stupire il mercato con un aumento quantomeno inatteso del QE darebbe, con alta probabilità, una spinta molto forte alla sterlina, mentre la BCE non dovrebbe andare a modificare il corridoio dei tassi, anche se siamo in attesa di ascoltare le parole di Draghi alle 14.30 (lo seguiremo insieme nella nostra Live Trading Room) sull’argomento. Abbiamo già detto di come serva una discesa dei tassi di deposito sotto lo zero per ridare slancio al mercato del credito.
EurUsd
Per quanto riguarda la moneta unica europea, la fase di congestione si sta rivelando molto confusa. Continuiamo a seguire la fase laterale di accumulazione che potrebbe portare a rotture direzionali da una parte o dall’altra della congestione. Crediamo che i livelli da curare per assistere ad accelerazioni importanti di volatilità possano essere considerati quelli di ieri, con l’area passante intorno a 1.3025 che deve essere rotta prima di poter considerare approfondimenti ribassisti verso 1.3000/1.2975, mentre continuiamo a seguire 1.3125, dove è possibile che il mercato provi a fermarsi sulla falsa rottura, ma che se superato di una decina di punti può lasciare spazio a salite verso 1.3140/60.
UsdJpy
Buona la rottura di 99.50, che ha portato al raggiungimento di area 99.00. Ora ci troviamo sotto la media mobile a 21 periodi oraria e l’area di 99.50, data da punti tecnici precedenti, può essere considerata una buona opportunità per acquistare yen , tenendo conto che un superamento rialzista di 99.75 potrebbe portare ad accelerazioni verso il livello tondo di 100.00 (ed in estensione tra 100.00 e 100.50, area di forte attrazione per i prezzi ma di difficile interpretazione dal punto di vista del posizionamento di ordini al suo interno). Un approfondimento sotto 98.70 potrebbe invece portare ad accelerazioni verso 98.60 e 98.40, punto che se superato potrebbe portare sotto 98.00 (attenzione a considerare un po’ di tolleranza in caso di rottura, almeno una decina di punti).
EurJpy
La rottura di 130.00 ha portato a discese in area 129.50, dove si sono tentate delle rotture senza che si realizzassero. L’area che passa tra 130.00 e 130.50 risulta essere una buona resistenza (medie a 21 e 100 orarie impostate a ribasso) dove poter valutare vendite di euro, anche se la possibilità che l’EurUsd provi a rompere a rialzo c’è. In caso di approfondimento sotto i minimi (qui un quarto di figura di tolleranza sembra migliore, data la volatilità del cambio) esiste la possibilità di approfondire sotto 129.00, con 128.80 primo target.