C’e’ troppo autocompiacimento a Wall Street? Non sara’ che il mercato azionario Usa sta salendo in modo eccessivo, e sta diventando per questo sbilanciato e poco salutare, per non dire pericoloso?
Una simile tesi puo’ essere sostenuta abbastanza agevolmente alla luce dei rialzi dei principali indici di borsa, davvero notevoli. In meno di 11 mesi, dall’inizio dell’anno cioe’, il Nasdaq e’ in crescita del 52%, il Dow Jones ha messo a segno un rialzo del 20% e lo Standard & Poor’s 500 del 14%.
Il chief economist della Merrill Lynch, Richard McCabe, in particolare, ritiene che si’, i rischi sul mercato azionario Usa sono tutti facilmente individuabili. Ci sono, e gli investitori ne risentiranno le conseguenze, prima o poi. E Mccabe non e’ lo sconosciuto economista di una piccola banchetta dell’Ohio, e’ il chief economist della piu’ grande banca d’affari del mondo.
”Io credo che il problema sia il seguente”, dice McCabe, ”la forza al rialzo sperimentata dal mercato nelle ultime settimane e’ in realta’ ormai sempre piu’ concentrata in pochi titoli del settore tecnologico, e soprattutto nei titoli a larga capitalizzazione di quel settore”.
Ecco il motivo per cui cio’ gli indicatori piu’ popolari del mercato azionario americano, come il Nasdaq Composite, e lo S&P 500, sono saliti ai nuovi massimi. Eppure – sostiene McCabe – dietro le quinte del palcoscenico degli indicatori di spicco, sempre sotto i riflettori, la stragrande maggioranza delle azioni della borsa Usa langue. La riprova c’e’, ed e’ confermata dai numeri. Per 8 delle ultime 11 sessioni al New York Stock Exchange ci sono stati piu’ titoli in calo che titoli in crescita. Davvero un segnale d’allarme preoccupante, dice il capo economista della Merrill Lynch.
”Il motivo per cui mi preoccupo”, sostiene McCabe, ”e’ che di solito non si tratta di una situazione salutare questo tipo di sbilanciamento verso le azioni ‘large cap’, a larga capitalizzazione, o di un particolare gruppo o settore che va estremamente bene a discapito di tutti altri”.
Tutto cio’ e’ tipico che accada – continua l’economista – nell’ultima fase di un rally o di un prolungato trend rialzista. E ci sono due modi per correggere il tiro sanando l’anomalia. Il primo modo e’ che i titoli in ribasso, quelli rimasti indietro, ad un certo punto per qualche motivo partono al rialzo anche loro e si mettono alla pari con i leader (stavolta i tecnologici). Ma di solito invece prevale l’altra soluzione. Cioe’ i titoli forti in perenne e isolato rialzo ad un certo punto esagerano al punto da sforare ogni valutazione, cosicche’ ad un certo punto cadono, crollano, ritornando su valori simili a quelli di tutto il resto del listino azionario, cioe’ la stragrande maggioranza delle azioni.
”La mia impressione – conclude McCabe – e’ che i titoli in ritardo ultimamente avevano avuto parecchie settimane per mettersi alla pari, ma cio’ non e’ avvenuto. Il che mi porta a concludere che il tempo massimo sia scaduto”.
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