Dopo la batosta causata dal Covid-19 l’industria in Europa continua ad agosto la fase di espansione con l’Italia e la Germania che guidano la fase di recupero.
Pmi manifattura Italia ai massimi da due anni
Mentre le prime tranche del Recovery Plan cominceranno ad affluire a partire dalla prossima primavera e saranno vincolate all’effettivo raggiungimento di quanto previsto dal Piano nazionale, l’economia italiana riprende a marciare.
Secondo l’indice Pmi manifatturiero elaborato da Ihs Markit, che misura la fiducia degli imprenditori, la ripresa dell’attività industriale italiana continua per il quarto mese consecutivo e avanza al ritmo più veloce da più di due anni.
L’indicatore relativo ad agosto è salito a 53,1 punti dai 51,9 di luglio, sopra la soglia dei 50 punti che separa espansione e contrazione, ma soprattutto sui massimi da 26 mesi.
“Continuano a migliorare ad agosto le condizioni operative del settore manifatturiero in Italia, il Pmi manifatturiero principale ha infatti raggiunto il livello maggiore da giugno 2018.
Sia la produzione che i nuovi ordini sono aumentati al tasso più veloce in oltre due anni e mezzo, con le aziende campione che hanno riportato una ripresa della domanda nazionale”, ha sottolineato Lewis Cooper, economista di Ihs Markit.
“La domanda estera invece è rimasta debole e continuano a diminuire le esportazioni. Pare che i tagli occupazionali siano diminuiti ulteriormente, il tasso di contrazione del livello del personale infatti è risultato il più lento da gennaio ed è stato leggero, solo con alcuni commenti relativi all’utilizzo della cassa integrazione e alla riduzione delle ore lavorative”, ha aggiunto.
Come sta l’Eurozona
A due velocità la situazione negli altri grandi Paesi europei. Segnali positivi sono arrivati anche dall’industria tedesca, che ha segnato un nuovo passo in avanti con l’indice che è salito dai 51 punti di luglio ai 52,2 di agosto, rimanendo però sotto le stime, che lo prevedevano a 53 punti.
“I numeri incoraggianti mascherano problemi in alcuni settori, specialmente nella produzione di macchinari ed equipaggiamenti, colpita da una mancanza di appetito per gli investimenti”, ha sottolineato l’economista di Ihs Markit Phil Smith.
Dalla prima economia europea si profila una recessione meno forte del previsto quest’anno. Oggi il governo tedesco ha infatti rivisto a -5,8% la stima del calo del Pil per il 2020 dal -6,3% indicato inizialmente, come ha annunciato il ministro dell’Economia Peter Altmaier.
Rallenta, invece, l’attività manifatturiera in Francia e in Spagna che ad agosto torna a contrarsi.
A Madrid l’indice Pmi manifatturiero è infatti sceso il mese scorso a 49,8 punti, tornando nella fase di contrazione, mentre a luglio l’indicatore era a 52,4 punti. Il valore è comunque sopra le stime, che erano a 49 punti.
Più netta la contrazione in Spagna dove sono le preoccupazioni per il Covid a frenare il recupero: a luglio l’indice aveva toccato i 53.5 punti, ma il mese scorso ha ripiegato a 49.9.
Nel suo complesso, l’Eurozona continua il momento di recupero, con il ritmo che scende però leggermente: ad agosto l’indicatore si è fermato a 51.7 punti rispetto ai 51.8 di luglio, confermando comunque che l’espansione continua ma evidenziando che i manager delle aziende sono prudenti su investimenti e assunzioni di fronte alla pandemia da Coronavirus.
Segnali positivi sono arrivati oggi anche dall’Asia con la Cina che mostra un rimbalzo significativo in fase di recupero. Passi avanti anche in Giappone, che tuttavia resta in fase recessiva.