Società

Inflazione accelera a settembre: per coppia con 2 figli stangata da 942 euro

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L’inflazione in Italia continua ad accelerare, portandosi a un livello che non si registrava da novembre 2012. Così rivela l’Istat secondo cui nel mese di settembre, si stima che l’indice nazionale dei prezzi al consumo registra un aumento del 2,5% su base annua (da +2% del mese precedente) contro la stima preliminare che era +2,6%.

I commenti delle associazioni dei consumatori

Una stangata d’autunno come indicato dal Codacons, con i prezzi al dettaglio che a settembre, secondo i dati definitivi resi noti oggi dall’Istat, registrano un balzo al +2,5% raggiungendo i livelli più alti dal novembre del 2012.

“I numeri dell’Istat confermano in pieno l’allarme rincari lanciato dal Codacons e rappresentano una minaccia sul fronte dei consumi – spiega il presidente Carlo Rienzi – L’inflazione al 2,5% produce un aggravio di spesa su base annua, considerata la totalità dei consumi di un nucleo, pari a +768 euro a famiglia, con un vero picco per i trasporti che registrano a settembre un aumento tendenziale del +7%: in pratica una famiglia con due figli solo per gli spostamenti deve mettere in conto una maggiore spesa pari a +378 euro annui.
Una fiammata dei prezzi che rischia di frenare la crescita dei consumi e rallentare la ripresa economica del paese”. “E la stangata d’autunno, purtroppo, è destinata ad aggravarsi – avvisa Rienzi – I rincari delle bollette luce e gas scattati ad ottobre e la corsa senza freni dei carburanti alla pompa avranno un impatto fortissimo sull’inflazione, con i prezzi al dettaglio che continueranno ad aumentare in numerosi comparti, compresi gli alimentari. Per tale motivo rivolgiamo un appello al Governo Draghi affinché, dopo le bollette dell’energia, intervenga anche sulla tassazione che vige su benzina e gasolio, tagliando Iva e accise allo scopo di contenere la crescita dei prezzi al dettaglio e salvaguardare le tasche delle famiglie”.

Una iattura! Invece commenta l’UNC.

L’impennata dei prezzi, anche se attenuata rispetto alla stima preliminare, è l’ultima cosa di cui avrebbe bisogno il Paese. La corsa al rialzo di luce, gas e carburanti sta avendo effetti nefasti, non solo perché incide direttamente sul reddito disponibile delle famiglie, ma perché l’inflazione riduce il potere d’acquisto delle famiglie e rallenta il rimbalzo atteso sui consumi, con conseguenze sul Pil, composto per il 60% dalla spesa delle famiglie residenti, precipitata nel 2020, in valori correnti, dell’11%.
Senza contare il rischio di un cambio nella politica monetaria della Bce, laddove i rincari dovessero persistere. Per questo urge un intervento ulteriore del Governo sulla bolletta energetica e una riduzione delle accise sui carburanti” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. “L’inflazione al 2,5% significa, per una coppia con due figli, un aumento del costo della vita pari a 942 euro su base annua, 364 solo per Abitazione, acqua ed elettricità, 378 euro per i Trasporti. Per una coppia con 1 figlio, la maggior spesa annua è pari a 878 euro, 365 per l’abitazione, 329 per i trasporti, per una famiglia media il rialzo complessivo è di 736 euro, 343 per l’abitazione e 242 per i trasporti” conclude Dona.

Inflazione a settembre: i dati dell’Istat

Anche nel mese di settembre l’inflazione continua a essere sostenuta dalla crescita dei prezzi dei Beni energetici (da +19,8% di agosto a +20,2%) sia della componente regolamentata (da +34,4% a +34,3%) sia di quella non regolamentata (da +12,8% a +13,3%). Questi ultimi contribuiscono all’accelerazione rispetto ad agosto, che si deve anche e in misura più ampia ai prezzi dei Beni alimentari (da +0,7% a +1,0%), a quelli dei Beni durevoli (da +0,5% a +1,0%) e a quelli dei Servizi relativi ai trasporti (che invertono la tendenza da -0,4% a +2,0%). Un contributo all’accelerazione dell’inflazione viene anche dai prezzi dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +1,5% a +1,8

In termini di contributi, l’inflazione è infatti dovuta principalmente ai prezzi di Abitazione, acqua, elettricità e combustibili e dei Trasporti e, in misura minore, dei Prodotti alimentari e bevande analcoliche e di Servizi ricettivi e di ristorazione. L’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, e quella al netto dei soli beni energetici accelerano entrambe rispettivamente da +0,6% a +1,0% e da +0,5% a +1,1%.

Anche i prezzi del cosiddetto carrello della spesa accelerano nuovamente, registrando un aumento che rimane però inferiore a quello riferito all’intero paniere.

Soffermandoci sulle ripartizioni geografiche, a settembre l’inflazione si conferma al di sopra del dato nazionale nelle Isole (da +2,4% di agosto a +2,9%), nel Nord-Est (da +2,1% a +2,7%), pari al dato nazionale al Sud (da +2,3% a +2,5%) e, con il Nord-Ovest e il Centro che, invece, si posizionano al di sotto con un’inflazione pari a +2,4% per entrambe (da +1,9% per tutte e due le ripartizioni). Nei capoluoghi delle regioni e delle province autonome e nei comuni non capoluoghi di regione con più di 150mila abitanti l’inflazione più elevata si osserva a Catania e Genova (+3,6% per entrambe), Reggio Emilia e Trieste (+3,2% per tutte e due), mentre le variazioni tendenziali più contenute si osservano a Torino e Venezia (+2,1% per entrambe) e ad Ancona (+1,8%).