Il 95% dei gestori patrimoniali e degli investitori istituzionali europei stanno già investendo in prodotti che forniscono una certa copertura e protezione contro l’inflazione e nove su dieci prevedono di apportare modifiche alla loro asset allocation per aumentare la protezione contro l’aumento dei prezzi.
E’ quanto emerge da una nuova ricerca condotta dal provider Europeo di Etf obbligazionari Tabula, che ha intervistato 100 gestori patrimoniali e investitori istituzionali di Regno Unito, Francia, Germania, Italia e Svizzera, che gestiscono collettivamente asset per un controvalore di quasi 100 miliardi di dollari (le domande sono state effettuate lo scorso luglio dalla società Pureprofile).
.
La strategia più citata dai gestori (52%) include un aumento aumento dell’allocazione sugli ETP obbligazionari legati all’inflazione, mentre il 44% incrementerà l’acquisto di bond indicizzati all’inflazione.
L’azionario risulta molto più attraente dell’oro in questa fase, nonostante il metallo giallo sia considerato uno dei più tipici beni anti-inflazione.
“Il mondo ha vissuto 30 anni di inflazione stabile, dovuta principalmente all’effetto deflazionistico della Cina e di altri paesi emergenti come il Vietnam e l’Indonesia che entrano nel mercato del lavoro globale. Tuttavia, stiamo cominciando a vedere un’inversione di tendenza. Questo, combinato con uno spostamento verso l’autarchia mentre le nazioni diventano sempre più orientate verso l’autonomia, sta portando alcuni a suggerire che l’attuale trend di inflazione potrebbe persistere nel medio-lungo termine”, ha detto il Ceo di Tabula Michael John Lytle, “gli investitori professionali ne hanno preso atto e stanno agendo per dotare i loro portafogli di una certa protezione all’inflazione”.
Finora il messaggio pervenuto dalla Fed e dalla Bce è rimasto costante nel ritenere la fiammata dell’inflazione osservata nel 2021 come un fenomeno transitorio, che andrà a ridursi già dall’anno prossimo.