Società

Inflazione: coppia con 2 figli spende +185 euro solo per mangiare e bere

A maggio l’inflazione annua in Italia resta allo 0,8%, come in aprile. La dinamica su base annua dei prezzi del “carrello della spesa” continua la sua discesa (+2,0% da +2,3%), come anche l’inflazione di fondo, che si attesta al +2,0% (da +2,1%).

Ma “Peggio di così non si può” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori che in base a questi dati rivela come oggi i prezzi sono rincarati.

Inflazione: Unc, quanto spende una famiglia oggi per la spesa

 Nel dettaglio, “per una coppia con due figli, l’inflazione tendenziale pari allo 0,8% significa, nonostante il risparmio sulla voce Abitazione ed elettricità pari a 443 euro, un aumento del costo della vita pari a 94 euro su base annua, anche se ben 185 euro servono solo per far fronte ai rincari del 2,3% dei Prodotti alimentari e bevande analcoliche. Per una coppia con 1 figlio, la spesa aggiuntiva annua è pari a 53 euro, ma sono necessari ben 168 euro in più per mangiare e bere. Il primato alle famiglie numerose con più di 3 figli con un aggravio di 220 euro soltanto per nutrirsi e dissetarsi” conclude Dona.

 

La frenata dell’inflazione, che anche a maggio si mantiene stabile allo 0,8%, è un segnale positivo per le tasche degli italiani, ma vi sono al momento ampi margini per ottenere una riduzione dei prezzi al dettaglio. Lo afferma il Codacons, commentando i dati dell’Istat.

Lo stesso istituto di statistica evidenzia il venir meno delle tensioni sui prezzi dei beni alimentari e di alcune tipologie di servizi, e la flessione dei prezzi degli energetici, sia non regolamentati che regolamentati – spiega il Codacons – Allargando il quadro, non esistono più le condizioni che nell’ultimo biennio hanno prodotto l’impennata dei listini al dettaglio, a partire dal caro-energia, e pertanto vi sono al momento ampi margini per ottenere una riduzione dei prezzi.

“In sostanza i prezzi al pubblico non devono aumentare poco, ma devono invertire la marcia e tornare a scendere, anche in considerazione del fatto che nell’ultimo biennio i listini sono saliti complessivamente del 13,8%, erodendo il potere d’acquisto dei cittadini” – conclude il presidente Carlo Rienzi.

Istat: PIL cresce dello 0,3% nel primo trimestre

Ma oggi l’Istat ha anche rilasciato il dato sul Prodotto Interno Lordo. Nel primo trimestre dell’anno crescita congiunturale dello 0,3% dell’economia italiana rispetto a quanto registrato in via preliminare. Così l’Istat secondo cui nei primi tre mesi dell’anno il prodotto interno lordo (Pil), espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2015, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è aumentato dello 0,3% rispetto al trimestre precedente e dello 0,7% nei confronti del primo trimestre del 2023.

In termini tendenziali la crescita si attesta ora allo 0,7% rispetto allo 0,6% della stima preliminare. La crescita acquisita per il 2024 si attesta al +0,6%. La crescita del Pil è dovuta ai consumi delle famiglie e delle ISP e agli investimenti, che hanno fornito rispettivamente un contributo positivo di 0,2 e 0,1 punti percentuali, mentre nullo è risultato il contributo della spesa delle AP. Negativo il contributo della domanda estera netta per 0,7 punti percentuali e positivo quello della variazione delle scorte, risultato anch’esso pari a 0,7 punti percentuali.
Lo sviluppo positivo è stato diffuso nei grandi comparti produttivi, con il valore aggiunto cresciuto del 3,3% in agricoltura e pesca e dello 0,3% sia nell’industria sia nei servizi. Si stima che le ore lavorate siano cresciute dello 0,6%, le posizioni lavorative dello 0,3%, le unità di lavoro dello 0,5% e i redditi pro-capite dell’1,4%.