L’inflazione rappresenta ora un problema molto serio per la Fed. James Bullard, presidente della Fed di St. Louis, è tornato a invocare un deciso rialzo dei tassi da parte della Federal Reserve, ribadendo che senza un’azione della banca centrale sui tassi di interesse, l‘inflazione, che ora viaggia intono al 7,5%, rischia di andare fuori controllo.
Inflazione, la Fed deve agire presto
Per cercare di tenere sotto controllo l’inflazione Usa secondo il falco della banca centrale Usa, la Fed dovrebbe alzare i tassi di 100 punti base entro il mese di luglio. In occasione di un evento organizzato dalla Columbia University ha spiegato “che non c’è mai stato un rischio così alto in una generazione che la situazione possa andare fuori controllo”. Per Bullard, componente con diritto di voto sulle politiche monetarie della banca centrale Usa, la stretta sarebbe una “normalizzazione”, “gestibile in molti modi”. “Non penso che il rialzo dei tassi possa provocare una recessione”, ha aggiunto.
Tali dichiarazioni si aggiungono a quelle rilasciate qualche giorno fa, in un’intervista alla CNBC. “In gioco c’è la reputazione della Federal Reserve” aveva detto in quell’occasione Bullard, spiegando alla Cnbc perché sia necessario agire al più presto, in modo deciso, per contrastare l’inflazione, “molto più alta del previsto”.
I funzionari della Fed hanno resistito all’idea di un inasprimento della politica, sostenendo per gran parte dell’anno scorso che l’aumento dei prezzi era legato a fattori specifici della pandemia, come catene di approvvigionamento intasate e domanda smisurata di beni rispetto ai servizi, e che sarebbe svanito nel tempo. “Rischiamo che l’inflazione non si dissipi e il 2022 sarà il secondo anno consecutivo di inflazione piuttosto alta. Ecco perché, data questa situazione, la Fed dovrebbe muoversi più velocemente e in modo più aggressivo di quanto avremmo fatto in altre circostanze” ha spiegato Bullard.
Tassi di interesse: primo rialzo a marzo
La Fed ha indicato che inizierà ad alzare i tassi sui fed funds per la prima volta dal 2018 nella prossima riunione di marzo. Dopo quella stretta i mercati prezzano cinque o sei altre strette monetarie di 25 punti base.
Per il mese di marzo, le aspettative di un primo rialzo dei tassi di 50 punti base si sono comunque smorzate, e i trader stanno ora puntando a un aumento di 25 punti base, secondo i dati CME. La probabilità di sette aumenti è scesa giovedì al 43% dopo essersi avvicinata al 70% all’inizio della settimana.