Economia

Inflazione, l’istruzione costa 5.000 euro in più del 2022

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Nel 2023 una delle voci che pesano di più sul bilancio delle famiglie è l’educazione, penalizzata anche lei dall’inflazione. Il caro istruzione – tenendo in considerazione i costi sostenuti da una famiglia dal nido all’università – ha determinato, nell’arco di un solo anno, un aumento dei costi che sono passati da 130.000 euro a 135.000 euro, registrando un aumento del 3,7%.

Ad effettuare questi calcoli è Moneyfarm, che ha condotto una dettagliata analisi prendendo in considerazione un paniere di 160 attività educative e focalizzandosi sulla città di Milano. L’obiettivo dell’analisi è quello di quantificare l’impatto dell’inflazione sull’educazione dei figli. All’interno di questa voce rientra l’educazione scolastica ed universitaria in senso stretto, ma anche lo studio delle lingue straniere e le attività ludico-ricreative. Nella ricerca sono stati presi in considerazione solo i costi delle attività educative, escludendo quelli di mantenimento, dei trasporti e delle eventuali cure mediche.

Mediamente, il costo delle 160 attività analizzate da Moneyfarm è aumentato del 5,6% rispetto allo scorso anno. I genitori, per garantire ai figli la possibilità di crescere professionalmente, sono disponibili a fare degli sforzi maggiori. Ma devono anche tenere conto dell’inflazione: nel 2023, l’educazione di un figlio può arrivare a costare tra i 55.000 ed i 730.000 euro, contro i 53.700mila euro del mese di ottobre 2022.

I percorsi formativi individuati

Nel tentativo di analizzare come l’inflazione abbia impattato sul caro istruzione, Moneyfarm ha individuato quattro percorsi formativi-tipo.

Percorso standard: 55.300 euro (+4,2% rispetto al 2022)

All’interno di questo percorso è previsto oltre all’istruzione pubblica dal nido alle superiori, anche un ciclo di 5 anni all’università statale e una quantità limitata di attività formative extra-curriculari. Tra tutte le voci di costo, quella decisamente più alta è l’università, considerata in questo caso non da fuorisede, ma a Milano e pubblica. Complessivamente il costo è pari a 22.499 euro.

Percorso scientifico-tecnologico (STEM): 100.000 euro (+5,8% rispetto al 2022)

Il percorso Stem (Science, Technology, Engineering and Mathematics) prevede di garantire una formazione improntata alle discipline scientifiche. Oltre all’istruzione pubblica dal nido alle superiori, è previsto un ciclo di 5 anni all’università statale e diverse attività extra-curriculari come lezioni di inglese online dai 6 ai 16 anni (circa 900 euro all’anno), gruppo scout, corso di musica bi-settimanale (6-12 anni).

Anche in questo caso l’università, statale e da fuori sede presso l’Università di Padova, rappresenta il costo più impegnativo da sostenere: 61.672 euro.

Percorso “New Age”: 169.000 euro (+2,6% rispetto al 2022)

La teoria che sta alla base di questo percorso è quello dell’educazione basato sull’esperienza. Sono previsti:

  • dopo scuola dell’infanzia private, con rette annuali dagli 8.800 ai 15.000 euro per il nido e dai 5.325 ai 15.350 euro per la materna;
  • un’istruzione pubblica dalle elementari fino alle superiori;
  • un ciclo universitario di cinque anni all’università statale (da fuori sede, all’Università di Padova).

In questo caso sono principalmente le attività extra-curriculari e lo studio delle lingue straniere a richiedere un esborso di 35.000 euro complessivi. In questa cifra sono compresi anche i viaggi-studio.

Percorso extra lusso: 730.000 euro (+5,5% rispetto al 2022)

Questo percorso prevede un’istruzione interamente privata e internazionale, dal nido all’università, unita a un lungo curriculum di attività extra-scolastiche.

A pesare su questo percorso è il corso di inglese al British Council per i ragazzi di età compresa tra i 5 ed i 18 anni (costo pari a 1.740 euro per 90 ore di lezioni). Pesano anche lo studio di una seconda lingua, le vacanze studio e un intero anno passato all’estero. Il costo complessivo è pari a 63.400 euro.

Inflazione: il ciclo scolastico che costa di più

Dei dati contenuti nell ricerca effettuata da Moneyfarn, risulta interessante analizzare in quale ciclo scolastico l’inflazione abbia un impatto maggiore. A registrare gli aumenti maggiori sono i costi per l’istruzione superiore, che mediamente hanno registrato un aumento dell’8,9%, con una punta del 22% del percorso scientifico-tecnologico STEM, dove la spesa è lievitata da 10.900 euro a quasi 13.300 a seguito delle nuove competenze richieste dall’intelligenza artificiale.

Anche l’istruzione elementare è stata colpita dura dall’inflazione: mediamente i costi sono aumentati del 6,9%. Il dato che allarma maggiormente è quello relativo alla scuola primaria pubblica, i cui costi sono addirittura aumentati del 10,3%: la spesa è passata da 8,765 euro a 9,671 euro. Aumentano anche i costi dell’istruzione universitaria, che sono lievitati del 7,9%. Chi, invece, dovesse optare per frequentare un ateneo londinese deve mettere in conto una spesa più alta di 20.000 euro rispetto al 2022: nell’arco di cinque anni si arriverebbe a spendere 286.000 euro.

L’impatto dell’inflazione sui bilanci delle famiglie

L’inflazione ha impatto decisivo sul caro istruzione e di conseguenza sul bilancio delle famiglie. I genitori che dovessero scegliere per i figli un percorso scolastico standard devono affrontare un costo aggiuntivo pari a 100 euro. Per il percorso New Age devono essere disposti a spendere 210 euro in più, mentre per il percorso STEM il costo aumenta di 270 euro. Devono, invece, mettere in conto una spesa maggiore pari a 1.900 euro per il percorso extra lusso.

Il costo di educare un figlio, che ricordiamo include solo le attività educative e non esaurisce i costi legati al mantenimento di un minore, comporta una spesa di 2.750 euro annui per il percorso standard, di 5.000 euro per il percorso STEM e di 8.500 euro per il percorso New Age – si legge nella ricerca Moneyfarm -. Ipotizzando un reddito netto disponibile per una famiglia di 30.000 euro all’anno, è facile calcolare come l’istruzione pesi sul bilancio familiare per il 9% (se si sceglie il percorso standard), per il 16,7% (se si sceglie il percorso STEM) e arrivi a toccare il 28% dello stipendio per la famiglia che sceglie il percorso New Age.

Milano la più cara per i fuorisede, ma al Sud l’inflazione pesa di più

Senza dubbio una delle voci più care da affrontare è quella relativa all’università, che può oscillare da un minimo di 22.499 euro per il percorso standard a 288.145 euro di quello extralusso. Ad incidere pesantemente sul bilancio della famiglia è la scelta di mandare a studiare i figli fuori sede: in questo caso devono essere sostenuti dei costi aggiuntivi rispetto a vitto, alloggio e alla retta universitaria.

Andando a sommare le varie voci di spesa, escludendo la pausa estiva, uno studente che dovrebbe stare fuori sede per dieci mesi in cinque città italiane e due straniere emerge un quadro molto sconfortante. Soprattutto se si guarda al sud Italia. I fuorisede che si recano a Napoli o a Bari devono spendere, per colpa dell’inflazione, il 7,7% in più ed il 14,2% in più rispetto al 2022. Queste cifre sono ancora lontane dal record detenuto da Milano, che continua ad essere, in assoluto, la città più cara di tutte.

È innegabile: diventare genitori capovolge le prospettive di una coppia non solo dal punto di vista emotivo, ma anche finanziario – spiega Davide Cominardi, Investment Consultant Manager di Moneyfarm -. Cambiano le priorità di spesa e quello che prima poteva essere investito in viaggi o divertimenti deve, come prima cosa, servire a costruire il futuro del proprio figlio. Purtroppo, oggi i genitori devono fare i conti anche con l’inflazione, per questo non lasciare i propri risparmi fermi sul conto corrente, ma adottare una pianificazione finanziaria di lungo termine, investendo in strumenti in linea con il proprio profilo di rischio, è fondamentale. Solo così i genitori possono essere pronti ad accompagnare finanziariamente, senza stress, il proprio figlio dall’infanzia all’età adulta.