E’ allarme inflazione in Italia e il rischio di una stangata rischia di materializzarsi nei prossimi mesi. Secondo le stime preliminari rese note oggi dall’Istat, nel mese di dicembre 2021 l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, registra un aumento dello 0,4% su base mensile e del 3,9% su base annua (da +3,7% del mese precedente).
Inflazione: stangata da 1.438 per coppie senza figli
“Italia inguaiata! Se a dicembre, nonostante non sia ancora arrivata l’impennata astronomica di luce e gas di gennaio, +55% luce e +41,8% gas, pari a una mazzata da 1.008 euro, i prezzi già svettano a questi livelli, è evidente che a gennaio sarà una carneficina per le tasche dei consumatori. Da giugno a dicembre, in appena 6 mesi, l’inflazione è triplicata proprio per colpa dei rincari dei beni energetici, senza i quali oggi l’inflazione sarebbe pari solo all’1,6%” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.
“Non si tratta di aspettative di inflazione che possono indurre le famiglie a rinviare gli acquisti a titolo precauzionale, aumentando la propensione al risparmio, ma di una riduzione netta del loro reddito disponibile dovuta alla stangata che stanno pagando.
L’inflazione a 3,9% significa, per una coppia con due figli, un aumento del costo della vita pari a 1407 euro su base annua, 535 solo per Abitazione, acqua ed elettricità, 519 euro per i Trasporti.
Per una coppia con 1 figlio, la maggior spesa annua è pari a 1303 euro, 537 per l’abitazione, 452 per i trasporti, in media per una famiglia il rialzo complessivo è di 1094 euro, 504 per l’abitazione e 332 per i trasporti. Ma il record spetta alle coppie senza figli con meno di 35 anni che, spendendo di più di quelle con i figli per viaggiare e per la cura della casa, hanno un aggravio annuo di 1.438 euro, 635 per l’abitazione e 515 per i trasporti” conclude Dona.“Siamo in presenza di una vera e propria emergenza prezzi in Italia, destinata purtroppo ad aggravarsi nei prossimi mesi – afferma il presidente Carlo Rienzi – I numeri forniti oggi dall’Istat confermano l’allarme rincari lanciato a più riprese dal Codacons, e attestano come prezzi e tariffe siano schizzati alle stelle nell’ultimo periodo dell’anno”.
“Complessivamente nel 2021 la famiglia “tipo” italiana, a causa del tasso di inflazione medio all’1,9% registrato lo scorso anno, ha dovuto sborsare 584 euro in più per l’aumento dei prezzi al dettaglio, con punte di +758 euro annui per un nucleo con due figli – prosegue Rienzi – Numeri destinati ad aggravarsi in considerazione dei rialzi delle bollette di luce e gas scattati l’1 gennaio, e che determineranno una ondata di rincari in tutti i settori. Una situazione che mette a serio rischio i consumi delle famiglie, che potrebbero crollare nel 2022 come conseguenza del caro-vita” – conclude Rienzi.
L’inflazione al 3,9% rappresenta un massacro per le tasche delle famiglie che, oltre ai rincari delle bollette di luce e gas, dovranno fare i conti con prezzi al dettaglio sempre più elevati. Lo afferma Assoutenti, commentando i dati diffusi oggi dall’Istat.
“Desta grande preoccupazione l’impennata dei prodotti alimentari che a dicembre salgono del +2,9% su base annua, beni indispensabili di cui le famiglie non possono fare a meno – spiega il presidente Furio Truzzi – Solo per mangiare gli italiani si ritrovano oggi a spendere 217 euro in più a famiglia su base annua, a causa dei rincari registrati nel comparto. Pesante anche l’impatto della voce “trasporti” (+9,6% a dicembre) che determina un aggravio di spesa sugli spostamenti pari a +519 euro annui a nucleo”.
“Prezzi e tariffe sono destinati a crescere ulteriormente nelle prossime settimane a causa dei maxi-rincari di luce e gas disposti da Arera, aumenti che avranno effetti a cascata sui listini e che potrebbero portare entro la primavera ad un raddoppio del tasso di inflazione rispetto a quello attuale – prosegue Truzzi – Una situazione che peserà sui consumi degli italiani, perché le famiglie reagiranno agli aumenti contraendo la spesa, con effetti a cascata sul commercio e sull’economia nazionale”.
Prezzi, cosa è successo negli ultimi 12 mesi
In generale nell’anno 2021, dopo la flessione del 2020 (-0,2%), in media i prezzi al consumo crescono dell’1,9%, registrando l’aumento più ampio dal 2012 (+3,0%). La ripresa dell’inflazione nel 2021 è essenzialmente trainata dall’andamento dei prezzi dei Beni energetici (+14,1%), diminuiti invece dell’8,4% nel 2020. Al netto degli energetici e degli alimentari freschi, la cosiddetta “inflazione di fondo”, i prezzi al consumo crescono dello 0,8% (+0,5% nell’anno precedente) e al netto dei soli energetici dello 0,7% (come nel 2020). L’ulteriore accelerazione dell’inflazione su base tendenziale – dice l’Istat – è dovuta prevalentemente ai prezzi dei Beni alimentari, sia lavorati (da +1,4% di novembre a +2,0%) sia non lavorati (da +1,5% a +3,6%), ai prezzi dei Beni durevoli (da +0,4% a +0,8%) e a quelli dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +1,9% a +2,3%); i prezzi dei Beni energetici, pur mantenendo una crescita molto sostenuta, rallentano (da +30,7% a +29,1%), a causa di quelli della componente non regolamentata (da +24,3% a +22,0%), mentre la crescita dei prezzi della componente regolamentata rimane pressoché stabile (da +41,8% a +41,9%).
La ripresa dell’inflazione nel 2021, sostiene l’Istat, è essenzialmente trainata dall’andamento dei prezzi dei Beni energetici (+14,1%), diminuiti invece dell’8,4% nel 2020. Al netto di questi beni, nel 2021, la crescita dei prezzi al consumo è la stessa registrata nell’anno precedente (+0,7%). In base alle stime preliminari l’inflazione acquisita o trascinamento per il 2022 (cioè la crescita media che si avrebbe nell’anno se i prezzi rimanessero stabili fino a dicembre) è pari a +1,8%, diversamente da quanto accaduto per il 2021, quando fu pari a -0,1%. L’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, e quella al netto dei soli beni energetici accelerano rispettivamente a +1,5% e a +1,6% (entrambe da +1,3% di novembre).