Il difficile andamento dei mercati finanziari nel 2022 e la battaglia di famiglie e Banche Centrali contro l’inflazione dell’ultimo anno e mezzo sembrano aver messo in guardia gli italiani dagli investimenti “fai da te”, spingendoli a considerare sempre più importante l’expertise specializzata dei consulenti finanziari. È quanto emerge dalla ricerca annuale Schroders Global Investor Study 2023, che ha coinvolto oltre 23.000 investitori, cioè coloro che avrebbero investito almeno l’equivalente di 10.000 euro nei 12 mesi successivi al sondaggio e che hanno apportato modifiche ai propri investimenti negli ultimi 10 anni, distribuiti tra Europa, Asia, Americhe e non solo.
Luca Tenani, Country Head Italy di Schroders, ha così commentato i risultati di quest’anno:
“L’importanza assegnata alla consulenza finanziaria evidenzia chiaramente come gli italiani abbiano capito che occorra affidarsi a degli esperti per proteggere i propri risparmi dall’inflazione, nel quadro di una pianificazione finanziaria in grado di rispondere alle esigenze della vita personale e familiare con uno sguardo al futuro. Si tratta di un risultato incoraggiante, che ci ricorda l’importanza dell’educazione finanziaria, a maggior ragione in un contesto di incertezze come quello attuale, quando la tendenza ad agire di impulso o assecondando bias comportamentali rischia di far perdere di vista i vantaggi offerti da una pianificazione finanziaria professionale”.
Ma perché, oltre all’andamento particolarmente volatile dei mercati azionari degli ultimi anni e ai numerosi rischi all’orizzonte, gli investitori stanno riconsiderando l’importanza di affidarsi ad esperti della consulenza finanziaria nella gestione delle proprie finanze? Il post pandemia sta forse ricordando a tutti che tempo, pazienza e competenze sono asset fondamentali tanto quanto il denaro (se non di più)?
La risposta delineata dall’indagine di Schroders sui comportamenti e le percezioni degli investitori finali in Italia evidenzia che le ragioni per cui i risparmiatori sentono l’esigenza di investire con più competenza, affidandosi maggiormente alla consulenza esperta rispetto al passato, sono: la difesa del potere di acquisto dall’erosione dell’inflazione (40% delle preferenze) e una migliore capacità di affrontare un contesto di mercato complesso e di difficile lettura (38%).
Il ricorso alla consulenza, inoltre, viene considerato una via utile per evitare decisioni prese sulla spinta di emotività e di impulsività (28%).
Le preoccupazioni dei risparmiatori italiani legate principalmente all’inflazione
Una gestione accorta del risparmio è infatti una componente fondamentale per la serenità nel proprio quotidiano e consente di avere uno sguardo positivo verso il futuro: secondo la ricerca, in cima alle preoccupazioni degli italiani c’è proprio il timore di non poter disporre di risparmi sufficienti per far fronte a emergenze personali o della propria famiglia (45%), oltre alla paura di trovarsi in condizioni di difficoltà a mantenere nel tempo il tenore di vita proprio e dei famigliari (45%). Seguono, secondo lo studio di Schroders, la preoccupazione per il pagamento mensile del mutuo (22%) e i timori riguardo al futuro: dalla possibilità di pianificare la nascita di figli (20%), all’avere una pensione dignitosa (20%) o potersi permettere l’acquisto dell’abitazione (17%).
Con i tassi in salita più attenzione alla diversificazione
Sul fronte degli investimenti, la ricerca rivela che percentualmente gli italiani oggi, in un contesto di tassi in salita, sono più propensi a confrontarsi con un consulente finanziario (44%) rispetto agli investitori europei (34%) e globali (39%). Parallelamente, un elemento di attenzione degli italiani di fronte all’aumento del costo del denaro, nel confronto con l’Europa e il resto del mondo, è il miglioramento della diversificazione del proprio portafoglio (55% rispetto al 42% globale e al 38% europeo).
Diversificazione e private asset: il consulente finanziario via d’accesso da privilegiare
Non è un caso, dunque, che in Italia (51%), più che in Europa (43%) e a livello mondiale (46%), si pensi che l’accesso ad asset class tipicamente indicate per diversificare il portafoglio, come i private asset, debba avvenire tramite il proprio consulente finanziario.
In Italia più che altrove (47%, rispetto al 40% europeo e al 44% globale), infine, si ritiene che il cambiamento del regime fiscale per le imprese produrrà maggiori rendimenti sugli investimenti, accanto ad altre tendenze come il cambiamento climatico e un maggiore intervento governativo sull’economia.