All’interno della settimana della consulenza finanziaria di Wall Street Italia proponiamo questa contributo di Banca Euromobiliare pubblicata sul numero di marzo del nostro magazine.
di Paolo Zulian, responsabile Private Banker Banca Euromobiliare
Pensavamo che l’inflazione fosse un tema superato e di esserci messi alle spalle un problema che aveva caratterizzato a lungo il contesto economico-finanziario dei paesi sviluppati. Non è così, e la spinta inflazionistica, generata e alimentata dalla ripartenza veloce della domanda a livello globale, sembra più acuta e forse anche più duratura del previsto.
In passato l’investitore italiano si proteggeva dall’inflazione attraverso il massiccio ricorso alla sottoscrizione di titoli di Stato domestici che garantivano rendimenti spesso a doppia cifra, motivo per cui non collegava la crescita dei prezzi a un effettiva perdita del potere di acquisto dei suoi risparmi.
Oggi, da parte della clientela meno evoluta e meno educata sulle tematiche finanziarie, la pressione inflazionistica viene percepita come forte perché si concretizza nell’aumento delle bollette di gas e luce o del carello della spesa, ma ancora il cliente finale non fa il collegamento tra inflazione e perdita di valore dei propri risparmi.
Quello che oggi risulta il più emotivamente stressante per il risparmiatore italiano è che la dinamica di crescita dei prezzi sembra “fuori controllo” e in ogni caso legata a fattori che “non dipendono da noi”: scarsità di alcune materie prime, problemi nelle catene globali di approvvigionamento e di logistica, rischi sul versante geopolitico come la crisi in Ucraina.
Per tutti questi motivi, deve essere fatto un lavoro intenso di educazione finanziaria sui clienti per evidenziare quanto sia controproducente tenere i soldi sul conto corrente, che è in questo momento una forma tecnica a “erosione garantita del capitale”.
Noi, in Banca Euromobiliare, siamo orgogliosi di avere un tasso di liquidità rispetto agli asset under management dei nostri clienti tra i più bassi del mercato. Un risultato che è il frutto dell’egregio lavoro svolto dai nostri banker negli ultimi anni nel creare un’allocazione più efficiente dei patrimoni. Sono tante le iniziative che abbiamo sviluppato, formative e di comunicazione interna, per sensibilizzare i nostri consulenti patrimoniali su queste tematiche e i risultati continuano a vedersi nella costante riduzione delle giacenze medie sui conti correnti. Il cliente Private è tendenzialmente più “educato” e sensibile al tema della corretta allocazione del capitale del cliente mass market o affluent, ma ciò non significa che non debba essere svolto un continuo lavoro di confronto e convincimento: sappiamo tutti che storicamente la migliore protezione contro l’inflazione è stato l’investimento in azioni.
Ciò rimane vero ancora oggi e abbiamo nel recente passato lanciato nuove soluzioni per andare a cercare valore nei settori e nelle geografie più promettenti. Oggi, in un contesto di rialzo dei tassi di interesse, esistono spazi allocativi interessanti anche nel mondo obbligazionario e noi li sfruttiamo in particolare con strumenti target dated che lavorano in modo molto efficiente sulla curva. In sintesi, il lavoro che svolgiamo con la nostra rete sui clienti, è sia di natura emotiva, per rasserenare sulle dinamiche inflattive in corso, sia di natura razionale, per analizzare le migliori soluzioni possibili di protezione contro l’inflazione, tenendo contro del profilo di rischio e dell’orizzonte temporale di ciascuno. Per noi l’inflazione rappresenta un’ulteriore occasione di dialogo con la clientela. Chi dialoga con il proprio cliente non sbaglia mai.
L’articolo integrale stato pubblicato sul numero di marzo del magazine Wall Street Italia.