NEW YORK (WSI) – La Banca d’Inghilterra conferma la sua view negativa su una possibile uscita del Regno Unito dall’Unione europea: è possibile una recessione se quell’ipotesi si avverasse, ha detto il governatore Mark Carney dopo che la banca centrale ha tagliato le stime sul Pil al 2% (da 2,2% per il 2016) e per i due anni successivi lasciando invariati i tassi d’interesse.
E proprio sulla temuta Brexit l’istituzione offre previsioni a tinte molto fosche. Rappresenta “il rischio più significativo”, recita il comunicato diffuso al termine dell’ultimo direttorio. I banchieri centrali dicono inoltre di intravedere “crescenti segni che l’incertezza associata al referendum ha iniziato a pesare sull’attività, con l’economia che ha segnato un rallentamento nel primo trimestre.
Ma poi, “un voto favorevole all’uscita dall’Ue potrebbe alterare nettamente le prospettive di produzione e inflazione, e per questo l’adeguatezza della politica monetaria. Le famiglie – si legge – potrebbero rinviare i consumi e le imprese gli investimenti, riducendo la domanda di lavoro e causando aumenti della disoccupazione“.
Ma i rischi non finiscono qui. La Bank of England mette in guardia dal “probabile deprezzamento della sterlina“, che “forse” potrebbe avvenire anche in maniera “pesante”.
Per tutti questi motivi, “quale che sia l’esito del referendum, il direttorio assumerà qualunque iniziativa si renda necessaria” per garantire la stabilità dei prezzi. Intanto per ora ha mantenuto i tassi di interesse sulla sterlina al minimo storico dello 0,50 per cento.
Intanto, il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker, parlando all’Europa forum di Berlino ha oggi definito l’eventualità Brexit ‘una catastrofe’.