Questo articolo fa parte del filone dedicato ai consigli dei money manager italiani piu’ importanti, che gestiscono decine di milioni di euro in portafoglio. Wall Street Italia pubblichera’ a cadenza variabile le interviste. La prima, a Unicredit, era incentrata sul Portafoglio ideale, formato per meta’ da azionario. La seconda, a Hypo Alpe-Adria-Bank, sul fenomeno secondo cui nei “Bond, niente è piu’ sicuro“.
La terza, a Vontobel Italia, intitolata “Meglio azioni che bond, euro a $1,34 a fine anno“. La quarta, a Carmignac Gestion, intitolata “Migliori investimenti? “Dollaro e debito Piigs”“. La quinta, a Research and Capital Allocation – Ricercaefinanza.it: “Bot italiani da comprare, “la diversificazione è tutto“
ROMA (WSI)- Stefano Mach, gestore senior e consigliere di Amministrazione Azimut, intervistato da Wall Street Italia, si ritiene ottimista sulla performance dei mercati azionari, a dispetto dei ribassisti, la cui voce di è fatta sentire non poche volte nelle ultime settimane.
Il punto, a suo avviso, è che è molto improbabile che la Fed, in particolare, e altre banche centrali, in generale, abbandonino l’azionario a se stesso, dopo averlo sostenuto per così tanti anni. Si sta dunque forse esagerando nel temere che Ben Bernanke e colleghi staccheranno la spina alle manovre di quantitative easing? E’ possibile.
Proprio per questo Mach consiglia non di ridurre, bensì di aumentare la componente azionaria nel portafoglio di un investitore, che ragiona in un’ottica di medio-lungo periodo. Attenzione, però: meglio focalizzarsi su determinati settori, quelli che presentano le potenzialità più alte. Negativo è invece il suo giudizio sui bond: all’interno della categoria si salvano solo i titoli ibridi.
WALL STREET ITALIA – Ritiene che i fondamentali economici giustifichino i rialzi che i listini azionari mondiali hanno messo a segno da inizio 2013? A suo avviso i mercati sono ormai entrati in una fase ribassista o c’è ancora la possibilità di testare nuovi massimi, sia per lo Stoxx 600 che per Wall Street? Si sente spesso parlare del rischio di esplosione di bolla speculativa, soprattutto nel momento in cui la Fed dovesse porre fine alle sue misure di quantitative easing. Cosa ne pensa al riguardo?
STEFANO MACH – Il rialzo dei listini degli ultimi 6 mesi è derivato sia dalla ingente liquidità iniettata sia da una crescita economica, che seppur in rallentamento rispetto ai 2 anni precedenti, mostra ancora dei segnali positivi. Gli utili aziendali si mantengono sui massimi storici e il rapporto fra rendimenti azionari e rendimenti obbligazionari lascia ancora margini di espansione alle valutazioni degli indici azionari. Riteniamo sia poco probabile una sospensione delle misure di quantitative easing: la politica delle banche centrali sarà quella di accompagnare i mercati valutando eventuali manovre anche in base agli impatti che queste potrebbero avere sugli indici internazionali.
WSI – Nel gestire il portafoglio di un risparmiatore italiano che punta a ottenere ritorni nel medio-lungo periodo, dove puntereste maggiormente? Qual è a suo avviso il mercato azionario più appetibile tra i paesi avanzati e quale quello che presenta maggiori opportunità di crescita tra i paesi emergenti?
SM – In una fase di mercato che stima una crescita del prodotto interno lordo mondiale di circa il 3,5%, suggeriamo di incrementare l’esposizione azionaria in portafoglio anche fino al 20% a scapito di una riduzione della componente obbligazionaria. Il mercato americano e quello europeo rimangono, a nostro avviso, i mercati più appetibili: il primo per la forte efficienza delle aziende quotate; il secondo a causa della sottovalutazione di molti titoli. Rimaniamo, invece, più cauti sui mercati emergenti.
WSI – Quali sono i settori invece più interessanti e quali quelli da cui stare lontani?
SM – In questo momento preferiamo il settore tecnologico americano e quello finanziario europeo. Restiamo sottopesati sul settore lusso e su alcuni settori legati alle esportazioni internazionali.
WSI – Stessa domanda per l’obbligazionario e per i titoli di stato: su quali bond puntereste?
SM – Siamo scettici sull’apprezzamento del comparto obbligazionario, sia governativo che high yield. Guardando con interesse ad alcuni bond ibridi emessi da società con rating elevato.
WSI – Nessuno ancora parla apertamente di guerra valutaria. Ma con il deprezzamento dello yen, quali scenari si aprono?
SM – In un contesto internazionale che negli ultimi anni ha premiato i Paesi che hanno svalutato la loro valuta facendo aumentare le stime del PIL nazionale (per ultimo il Giappone), l’Europa e la Cina rimangono le uniche macro regioni a non seguire una politica di svalutazione. Riteniamo che tale politica possa essere messa in dubbio a causa delle grossi pressioni dei soggetti esportatori e possa essere rivista dopo le elezioni tedesche in autunno.