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Sam Bankman-Fried, domani il processo. La storia del crollo di FTX

Domani, martedì 3 ottobre, si aprirà il processo penale contro Sam Bankman-Fried, 31 anni, ex CEO e fondatore di FTX, fino a novembre dell’anno scorso uno degli exchange più grandi del mondo per lo scambio di criptovalute. Bankman-Fried è accusato di sette capi d’imputazione legati a frode e cospirazione.

L’accusa afferma che l’imputato era consapevole che FTX, che all’inizio del 2022 dichiarava di gestire circa 15 miliardi di dollari di volume di trading giornaliero sulle sue piattaforme, non aveva a cuore la protezione degli investitori o dei clienti. Si afferma che i fondi depositati dagli utenti di FTX nei loro wallet digitali sull’exchange sono stati utilizzati dall’ex CEO per finanziare un’altra attività, Alameda Research, impegnata in speculazioni finanziarie.

Se dovesse essere riconosciuto colpevole di tutti i capi d’imputazione, tra cui frode telematica e associazione a delinquere, Bankman-Fried potrebbe affrontare una condanna fino a 115 anni di carcere. Il processo dovrebbe durare sei settimane.

Prima del crollo di FTX, avvenuto a novembre 2022, Sam Bankman-Fried era considerato una figura di spicco nell’ecosistema delle criptovalute. Tuttavia, secondo l’accusa, è ora visto come l’architetto di una delle più grandi truffe finanziarie nella storia degli Stati Uniti. Attualmente, l’imputato si trova detenuto in attesa dell’esito del processo. Dopo essere stato arrestato alle Bahamas alla fine del 2022, aveva pagato una cauzione, ma i suoi arresti domiciliari sono stati revocati nell’agosto successivo.

FTX, da azienda da 32 miliardi di dollari al crollo

Per molti, FTX era all’epoca vista come un’azienda di criptovalute che operava secondo le regole, come dimostravano i legami con celebrità e istituzioni finanziarie legittime. Al suo apice, nel 2021, l’azienda aveva un valore di 32 miliardi di dollari, era sostenuta da società di venture capital d’élite, aveva i diritti sul nome dello stadio di basket dei Miami Heat e pubblicava spot pubblicitari appariscenti con artisti del calibro di Tom Brady, Gisele Bündchen, Stephen Curry, Naomi Osaka e Larry David. Sempre in quegli anni dichiarò al Financial Times che FTX aveva così tanta liquidità che “comprare una banca d’affari come Goldman Sachs non era un problema“.

La crisi di FTX è diventata di dominio pubblico grazie a un tweet pubblicato il 7 novembre da Changpeng Zhao, il fondatore del più grande exchange di criptovalute al mondo, Binance, e una figura altamente autorevole e seguita nell’ambito delle criptovalute. In questo tweet, affermò che FTX stava affrontando il rischio di insolvenza e che quindi aveva deciso di vendere tutti i suoi token di FTX.

Le conseguenze di queste parole furono immediate: gli investitori hanno iniziato a vendere rapidamente le loro criptovalute su FTX, ritirando ben 6 miliardi di dollari in poche ore e portando l’azienda sull’orlo dell’insolvenza. Il prezzo del Bitcoin scese del 20%, crollando sotto i 17.000 dollari, e l’intero settore delle criptovalute subì perdite per 300 miliardi di dollari. Nel frattempo, il token FTT di FTX crollò fino al 90% del suo valore.

Come è avvenuto il fallimento

Il tweet di Changpeng ha effettivamente confermato un report di Coindesk pubblicato il 2 novembre, il quale affermava che FTX era insolvente. La causa principale di questa insolvibilità è stata attribuita ad Alameda Research, una società di trading fondata dallo stesso Sam Bankman-Fried nel 2017, due anni prima della creazione dell’exchange FTX, e di cui era CEO Caroline Ellison, ex-ragazza di Bankman-Fried e testimone chiave durante il processo di domani a New York. Alameda Research costituiva il cuore dell’intero impero finanziario del giovane trentenne americano. Nel giugno 2022, Alameda risultava possedere asset per un valore di 14,6 miliardi di dollari.

Tuttavia, si è poi scoperto che gran parte di questi asset consisteva in token di FTX, utilizzati come garanzia per ottenere prestiti per un valore complessivo di 7,4 miliardi di dollari, come riportato da Reuters. Con il crollo del mercato delle criptovalute e la conseguente diminuzione del valore delle società che operavano nel settore della compravendita di criptovalute, il valore di questi token (che possono essere considerati analoghi alle azioni delle società) è diminuito in modo significativo. Ciò ha reso impossibile per Alameda Research ripagare i debiti accumulati. Poco dopo, Changpeng Zhao si offrì di acquistare FTX per salvarla, preservando la società e gli investitori, per poi cambiare idea dopo aver esaminato i libri contabili di FTX.

Poco dopo l’inizio dell’indagine su FTX, gli investigatori dichiararono di aver scoperto che mancavano ben 8,9 miliardi di dollari di liquidità dei clienti presso l’exchange di criptovalute, il più grosso crac nel mondo cripto registrato finora. Si arriva così all’11 novembre 2022, data in cui Ftx ha presentato istanza di fallimento negli Stati Uniti e le dimissioni come amministratore delegato di Sam Bankman-Fried.

La possibilità comprare Twitter e pagare Trump per non candidarsi

In vista del processo, sono emersi resoconti dei media statunitensi riguardo a una conversazione con il giornalista economico Michael Lewis. Lewis ha rivelato che Bankman-Fried lo consultava per consigli su diverse iniziative imprenditoriali, inclusa la possibilità di acquistare Twitter. Alla fine l’acquisizione non andò in porto, sia per i dubbi di Lewis che per quelli di Musk.

Inoltre, nell’intervista è emerso che Bankman-Fried aveva esplorato l’opzione di pagare Donald Trump per evitare una sua candidatura alle elezioni del 2024 e aveva proposto una cifra di 5 miliardi di dollari per questo scopo. Tuttavia, non era chiaro se questa cifra fosse stata proposta direttamente da Trump e se un tale pagamento sarebbe stato legale.