La designer di Farnese Gioielli ha trasformato la gioielleria da statica a dinamica grazie a un brevetto unico, ispirato all’animale simbolo di saggezza
A cura di Margherita Calabi e Elisa Copeta
La maison italiana che unisce il lusso all’innovazione e che ha trasformato l’alta gioielleria da statica a dinamica, continua il suo percorso di evoluzione. In conversazione con Barbara Polli, fondatrice e designer di Farnese Gioielli.
Barbara Polli, fondatrice e designer di Farnese Gioielli
A cosa si ispira la filosofia del brand Farnese Gioielli il cui nome richiama i fasti di una delle più importanti famiglie aristocratiche italiane?
“I Farnese furono una influente e nobile dinastia del Rinascimento italiano, grandi mecenati e collezionisti d’arte, fecero commissionare molte opere, edifici e chiese. Tra i suoi membri più importanti ci fu anche un papa: Alessandro Farnese fu eletto al soglio pontificio, col nome di Paolo III, nel 1534. Il nome del brand rievoca questa famiglia perché vogliamo legarci all’arte che loro tanto amavano, quell’arte che è la maggiore espressione del lusso”.
Quale è la sua definizione di lusso?
“Innanzitutto il lusso non è per tutti, ma per quei privilegiati che riescono ad apprezzare il valore del bello, che è dato dalla qualità dei materiali, dall’incidenza della manifattura, dal savoir-faire artigianale. È qualcosa che non è strettamente legato al denaro, ma è strettamente legato alla cultura che resta il vero ascensore sociale”.
Anelli Luxor in oro giallo e oro bianco con zaffiri, Mondo Collection
Ha trasformato il design dei gioielli da statico a dinamico grazie a un brevetto unico nel suo genere, lo Spine. Come è nata questa idea?
“Nasce dalla voglia di avere una creatività diversa e da una mia esigenza: amo i gioielli, sia quelli che ci vengono regalati sia quelli che ci regaliamo, sono legati al ricordo di un momento. Con lo Spine si ha un anello intercambiabile: è un modulo semirigido composto da 60 pietre preziose che è abbinabile a qualunque misura di anello. Una particolarità che lo rende unico al mondo”.
Alta Gioielleria e intercambiabilità sono due parole con due significati molto distinti, due concetti che non ci si aspetta di vedere associati insieme…
“Le nostre creazioni presentano uno stile classico e innovativo, il cui valore è dato dall’attenzione nella scelta dei materiali e dalla tecnica di lavorazione a fusione a cera persa realizzata, per ogni gioiello, dalle sapienti mani di un unico artigiano. La nostra carta vincente è il continuo sviluppo proiettato sulla creatività e sulla produzione. L’intercambiabilità è una parola chiave e un concetto che nelle nostre creazioni si è evoluto naturalmente: nella prima collezione Mondo, lo Spine ha un modulo semirigido, mentre nella collezione Habibi il modulo è più elastico”.
Farnese Gioielli nasce nel 2012 a Roma e oggi ha sede in Piazza di S. Lorenzo in Lucina. Roma, per Lei, è casa. Ha mai pensato ad aprire una boutique all’estero?“Roma è la mia città e per il brand ho voluto un importante nome romano, oggi ci stiamo focalizzando su alcuni multibrand in Italia ma non escludo in futuro sviluppi commerciali al di fuori del nostro Paese”.
Orecchini Versailles in oro bianco con smeraldi, zaffiri, rubini, diamanti e diamanti neri,
Mondo Collection
Nelle sue collezioni si intravede la sua passione per il mare blu cobalto delle isole Eolie… Ognuno di noi ha dei luoghi che si porta nel cuore, quali hanno un forte impatto sul suo processo creativo?
“Il mare per me è vita. Nel mio cuore ci sono le isole Eolie, in particolare Filicudi. Navigando in quelle acque spesso si incontrano i delfini. Sono rimasta affascinata da uno di questi animali che entrava e usciva dall’acqua, giocando con le onde. Guardando il movimento sinuoso e sensuale del suo corpo mi sono detta che dovevo inventarmi qualcosa di nuovo per i miei anelli. Le rivelerò un segreto: lo Spine altro non è che il dorso di un delfino, animale che nella tradizione classica è un simbolo di saggezza e prudenza”.
Le sue creazioni si ispirano anche all’imponenza dell’arte italiana…
“Roma è un museo a cielo aperto, passeggiando per il centro, di giorno e di notte, ci sono sempre angoli suggestivi da scoprire. Quando gli amici mi vengono a trovare dall’estero li porto al vicolo della Gatta, vicino a piazza Venezia, a vedere la bellissima gatta in marmo. L’arte mi emoziona in tutti i suoi aspetti”.
Lo scorso aprile ha lanciato i nuovi bracciali della collezione Habibi, termine arabo che significa ‘amato’. In cosa si caratterizzano queste creazioni?
“La collezione è un omaggio alle sensazioni e ai colori dei miei viaggi nel Maghreb. Abbiamo creato un design semplice e lineare, tecnicamente abbiamo modificato lo Spine che è diventato elastico e nel bracciale diventa funzionale alla chiusura. È un bracciale che si chiude in un abbraccio, come l’abbraccio del proprio amato”.
Entro la fine dell’anno lancerete una nuovissima linea di gemelli, magari da indossare con la camicia con le cifre rubata al proprio partner. Ha mai pensato a una collezione maschile?
“I gemelli sono un gioiello prettamente maschile ed è bellissimo vederli indossati dalle donne, come se fossero oggetti rubati al proprio compagno, perché hanno un fascino particolare. Il gioiello da uomo lo abbiamo presentato con la collezione Habibi: queste creazioni rappresentano l’amore in tutte le sue declinazioni e gli anelli possono essere interpretati come delle fedi moderne”.
Quali saranno i suoi prossimi viaggi in cerca di ispirazione?
“Prima della fine dell’anno ho in programma un viaggio nel Maghreb, ai tropici e probabilmente in Australia. L’ispirazione spesso viene dai colori dei paesaggi, dei tramonti, nella collezione Habibi abbiamo proposto per la prima volta gli zaffiri gialli e arancioni in omaggio a questi scenari. Sono molto soddisfatta del nostro lavoro, ma il mio sogno è quello di dare sempre più visibilità al brand. Abbiamo un prodotto artigianale d’eccellenza realizzato con pietre straordinarie. È giusto che i grandi brand facciano il loro lavoro, ma è anche giusto scoprire nuove realtà e le persone eccezionali che si danno da fare con grande passione”.