ROMA (WSI) – Un reddito minimo per “contrastare le situazioni di povertà” e forme di flessibilità per uscire dal lavoro prima, con una pensione più leggera. E’ questa la proposta del presidente dell’Inps, Tito Boeri, stando a quanto risulta da una intervista rilasciata al giornalista Enrico Marro del Corriere della Sera.
“Bisognerebbe spendere meglio le risorse pubbliche, prevedendo per esempio un reddito minimo per contrastare le situazioni di povertà, finanziato dalla fiscalità generale”.
“Poi dal lato della previdenza, è chiaro che, usando il calcolo contributivo, si potrebbero introdurre forme di flessibilità” con assegni più leggeri.
“Ma prima bisogna convincere la Commissione europea” spiega Boeri, perché “per l’Ue se si consentono i pensionamenti anticipati risalta solo l’aumento immediato della spesa ma non il fatto che poi si risparmierà perché l’importo della pensione sarà più basso”.
E’ fondamentale in tal senso che tutti abbiano un quadro chiaro della propria posizione e “lo faremo anche facendo partire finalmente l’operazione ‘busta arancione’. Una definizione in realtà superata perché la lettera col conto contributivo e la stima della pensione la manderemo solo ai lavoratori senza una connessione Internet. Per gli altri, ci sarà un “pin” col quale accedere attraverso il sito Inps al proprio conto e simulare la pensione futura, secondo diversi scenari di carriera e di crescita dell’economia”.
Riguardo alla governance, Boeri propone “un consiglio di amministrazione di tre membri, compreso il presidente, e un direttore generale scelto dallo stesso cda anziché dal governo. Inoltre va rivisto il Civ, consiglio di indirizzo e vigilanza. Che deve essere snello, composto da membri delle organizzazioni imprenditoriali e sindacali effettivamente rappresentative, e ricondotto a un ruolo di controllo, evitando funzioni di cogestione”.
Alla domanda: “Lei prima guadagnava di più. Quanto prenderà all’Inps? Mi passi la battuta: ha accettato perché le è stato promesso un aumento?” Boeri ha risposto: “No, ho accettato perché lo considero un impegno civile. E perché ho avuto assicurazioni che l’Istituto potrà svolgere anche un ruolo propositivo, fermo restando che le decisioni spettano a governo e Parlamento. Insomma, non è vero come ha scritto qualcuno che mi sarei fatto zittire. All’Inps prenderò 103 mila euro lordi l’anno, uno stipendio elevato, ma pur sempre meno di quanto prende un dirigente di seconda fascia all’Inps e molto meno di quanto guadagnavo prima. Ad eccezione del Festival dell’Economia di Trento, per il quale quest’anno sono ancora il direttore scientifico, ho sospeso tutti i miei lavori precedenti per questo incarico che mi ha già cambiato la vita”.